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martedì 20 aprile 2021

"Io offro la mia vita"

Trent'anni fa: 20 aprile 1991. La mia ordinazione diaconale. Ricordo come oggi quel giorno, quando nelle mani del vescovo ho detto il mio sì per questo servizio speciale nella Chiesa. Ma principalmente, nell'intimo del mio cuore, offrivo la mia vita a Dio e mi affidavo a Maria.
Mons. Lorenzo Bellomi mi rilasciò, su mia richiesta, il testo dell'omelia in quella quarta domenica di Pasqua, del Buon Pastore, giornata dedicata alle vocazioni.
Questo il testo dell'omelia.

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"IO OFFRO LA MIA VITA"

Omelia per l'ordinazione diaconale di Luigi Vidoni
S. Marco Ev.: 20 aprile 1991 - ore 18.30
IV Domenica di Pasqua: At 4,8-12; Pd 117; 1Gv 3,1-2; Gv 1011-18


1. SERVO DEL GREGGE
Nella domenica del Buon Pastore la figura di Gesù, "servitore del gregge" nei termini da lui stesso descritti nel vangelo odierno, prende corpo tra noi nella persona del fratello Luigi Vidoni, che viene ordinato "diacono" per il servizio.
A lui sono uniti la Sposa e i due figli in tenera età, che per primi partecipano al mistero per cui il loro sposo e padre diventa ministro sacro. La moglie, in particolare, che per il Matrimonio è una sola cosa con Lui, ha dato il suo generoso assenso e la sua piena adesione.
Alla loro festa fa eco quella della comunità parrocchiale di S. Marco Evangelista. Il Signore ha scelto uno dei suoi membri, degno e preparato per il nuovo compito. Il parroco, la comunità dei Padri Sacramentini, e con essi tutti i fedeli, esultano di santa gioia per questa preferenza divina e si sentono fortunati perché l'amore, che lo Spirito Santo fa circolare nella Chiesa, ha prodotto qui il frutto prelibato di una vita matura per servire, come Cristo ha servito.
Le religiose, i parenti, i conoscenti e gli amici, che fanno corona al candidato; soprattutto i presbiteri e i diaconi con il vescovo testimoniano che tutta la S. Chiesa Cattolica Tergestina riconosce "la grandezza di questa grazia del Signore" (v. Rito Ordinaz. n. 211) e la accoglie come fatto di crescita generale nel ministero della carità.

2. NEL NOME DI GESÙ CRISTO IL NAZARENO
"Vedete, carissimi, quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente" (1Gv 3,1): così l'Apostolo Giovanni nella seconda lettura di questa liturgia ci segnalava la misura piena della carità di Dio verso di noi. Ci ha generati, ha trasmesso a noi la sua vita, ci ha resi partecipi della sua natura ed eredi della sua gloria.
Ora è necessario dispensare a tutti la certezza che ciò è vero, reale, già in atto. Urge più che mai ai nostri giorni ricuperare gli uomini alla convinzione di essere amati dall'Amore più grande, l'Amore infinito ed eterno, che mai verrà meno.
L'episodio dello storpio, guarito da Pietro alla Porta Bella del Tempio di Gerusalemme, a cui si riferisce il brano degli Atti appena proclamato, è il quadro emblematico della condizione umana. La persona viene storpiata da un'emorragia continua di linfa vitale, che la gente consuma in amori sbagliati.
Gli idoli di questo mondo rubano desideri e passioni, cuore e volontà, tempo e beni. E non restituiscono mai nulla. Illudono ed affascinano; ma subito ci deludono, ci umiliano e ci sfiniscono.
Poi si istituiscono mille processi per capire, spiegare, correre ai ripari. Anche a Gerusalemme quella volta "i capi del popolo e gli anziani" volevano sapere "in qual modo un infermo avesse ottenuto la salute. E Pietro rispose in pubblico: "La cosa sia nota a voi e a tutto il popolo di Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno ... costui vi sta dinnanzi sano e salvo" (v. Atti 4,8-10).
E subito dopo, con franchezza pacata e forte, dichiara: "In nessun altro c'è salvezza" (ivi 12).

3. ASCOLTERANNO LA MIA VOCE
Dio, Padre misericordioso, ha mandato il suo Figlio e lo ha reso Cristo e Signore, per esibire all'umanità la prova suprema del suo Amore, che libera e salva, che chiama, giustifica e glorifica, che si dona a noi come nostro Bene Infinito ed eterna felicità.
Il diacono viene eletto e consacrato per rendere visibile la Carità, farla camminare tra la gente con il volto, i gesti e la parola del Signore Gesù ed incatenare l'uomo alla vera vita, dopo aver spezzato i ceppi di ogni schiavitù sotto gli dei falsi e bugiardi.
La tua missione, caro Luigi, è esaltante e crocifiggente. Gli uomini infatti, vorranno toccare nelle tue carni la manifestazione di quel fuoco, che Cristo e venuto ad accendere sulla terra.
Non aver paura di lasciarti avvolgere e penetrare dalla fiamma dello Spirito. Ora ti imporrò le mani e tu sai che la presa divina innesterà nella tua persona una corrente ad altissima tensione. Cerca di riceverla nella sua potente irruenza, oggi e sempre, con cuore puro, in perenne preghiera e con disponibilità incondizionata.
Gesù, immolato per amore e risorto nella Carità, è con Te. Ora gli apparterrai più di prima e per sempre come segno vivente della sua donazione. Egli è il tuo modello esemplare nel gesto in cui lava i piedi ai discepoli. Ed è lui che, proprio nel Vangelo odierno, imprime in te la sicurezza che le "altre pecore, che non sono di questo ovile, ascolteranno la sua voce" (Gv, 10,18), perché tu ne sarai eco trasparente, amabile e convincente.

4. ASSIDUI NELLA PREGHIERA CON MARIA
Questa sicurezza infrangibile va temprata come spina dorsale e scheletro robusto del ministero diaconale.
La tua Chiesa, amico Luigi, ti sosterrà. Noi te lo promettiamo. E vogliamo anche dirti che il nostro fraterno aiuta di comunione e di preghiera, di vicinanza e di collaborazione, si inserisce volentieri in quella strada, da te prediletta, che è stata aperta nel Cenacolo, quando, in attesa dell'effusione dello Spirito Santo, i credenti erano assidui alle riunioni con Maria, Madre di Gesù.
Tu mi hai scritto qualche giorno fa: "Non guardo a me, ma confido totalmente nell'aiuto di Dio; e chiedo a Maria di aiutarmi ad essere come è stata Lei: quel vuoto d'amore sul quale lo Spirito Santo possa agire".
In questo momento santo la tua persona è come un cristallo, fragile e prezioso, che si sente vuoto. Il dono, che piove dall'Alto, ti riempirà, fino a colmarti e a farti traboccare.
Lo chiediamo tutti insiemi a Dio benedetto per la fedeltà e fecondità del tuo ministero. E la nostra invocazione, fiduciosa e corale, passa attraverso l'intercessione della Vergine Santissima, di S. Marco Evangelista, di S. Giusto martire, di S. Giuliano Eymard e del tuo S. Luigi, perché su di Te si riversi la benedizione abbondante dell'amore e del servizio, di tutta un'esistenza donata alla Chiesa per la vita del mondo.

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Rimando ad altri post relativi alla mia ordinazione diaconale:
Portatori del nuovo (20/04/2020)
La beatitudine del servire (19/04/2019)
Il dono di un servizio a "tempo pieno" (20/04/2018)
Seguimi! (20/04/2017)
Gratitudine! (20/04/2016)
Stare nella tua casa (20/04/2015)
Chiara, mia moglie (26/04/2011)
Il diacono e il suo vescovo (20/04/2011)
Modello di ogni diaconia (19/04/2011)
Il mio sì (20/04/2010)
Ricordando quel giorno (19/04/2009)
Eccomi (19/04/2008)
Per conoscerci… (la nostra esperienza) (24/02/2008)

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