26a domenica del Tempo Ordinario (B)
Numeri 11,25-29 • Salmo 18 • Giacomo 5,1-6 • Marco 9,38-43.45.47-48
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Appunti per l'omelia
"Fossero tutti profeti nel popolo del Signore" (Nm 11,29; I Lettura), replica Mosè a Giosuè che voleva che impedisse a due uomini di profetare nonostante non fossero insieme agli altri.
In analoga scena Gesù replica a Giovanni, che voleva proibire a uno che "non seguiva" il gruppo di scacciare i demoni nel nome di Gesù: "Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi" (cf. Mc 9,38-40).
Giovanni e gli altri (come pure Giosuè) manifestano un atteggiamento di chiusura nei confronti di chi non è del gruppo: "non ci seguiva".
È importante cogliere in questi episodi la libertà con cui lo Spirito di Dio agisce fuori dai nostri schemi.
Alla base di tutto c'è una condizione essenziale. Le persone non seguono noi, ma devono seguire Gesù. È Lui che chiama: "Seguimi!", "Vieni e seguimi!". Allora il seguire Gesù non significa primariamente aggregarsi a un gruppo, ma mettersi nella strada del Cristo lungo la quale incontriamo altri fratelli e sorelle che desiderano percorrere con Gesù la medesima strada.
Ogni parola discriminante è bandita in questo percorso. E allora chi sono quelli che spesso chiamiamo "lontani"? Sono coloro che non ci frequentano? E da chi sono lontani o da dove sono lontani? La lontananza da un certo modello di comunità ecclesiale è sempre da identificare con la lontananza da Cristo?
Il brano evangelico proposto mette in questione questa "categoria" e anche chi l'ha creata.
"La grande libertà di Dio nel donarsi a noi - dice papa Francesco - costituisce una sfida e una esortazione a modificare i nostri atteggiamenti e i nostri rapporti… Gesù ci chiama ad aprire il cuore per poter riconoscere la sua presenza e l'azione di Dio anche in ambiti insoliti e imprevedibili e in persone che non fanno parte della nostra cerchia" (Angelus, 30/09/2018).
Stando così le cose, se il nostro seguire Gesù non è secondo il suo pensiero, il nostro operare può produrre scandalo, perché i rapporti vengono inquinati da egoismo e chiusura.
Le tre parti del corpo che Gesù menziona (occhio, mano, piede) sono organi di relazione. Con gli occhi guardiamo e giudichiamo; con le mani possiamo accogliere il dono o rifiutarlo; con i piedi possiamo metterci in cammino per incontrare quelli che "non sono dei nostri" o voltarci indietro.
"Tagliare" significa ripulire il nostro cuore da ogni atteggiamento egoistico di chiusura per aprirci all'amore del Padre che tutti accoglie ed attende.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chi non è contro di noi è per noi (Mc 9,40)
(vai al testo…)
PDF formato A4, stampa f/r per A5:
Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
• …non perderà la sua ricompensa (Mc 9,40) - (26/09/2021)
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• Chi non è contro di noi è per noi (Mc 9,40) - (30/09/2018)
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• È meglio per te entrare nella vita... (Mc 9,43) - (27/09/2015)
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• Chiunque vi darà un bicchiere d'acqua, non perderà la sua ricompensa (Mc 9,41) - (30/09/2012)
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• Fossero tutti profeti nel popolo del Signore (Nm 11,29) - (27/09/2009)
(vai al post "Dire Dio con la vita")
Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• La sequela fuori dagli steccati (24/09/2021)
• Chi non è contro di noi è per noi (28/09/2018)
• Un mondo dove tutti sono dei nostri (25/09/2015)
• Apertura e capacità di dialogo (28/09/2012)
Commenti alla Parola:
• di Goffredo Boselli (VP 8.2024)
• di Antonio Savone (VP 8.2021)
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
• di Luigi Vari (VP 8.2015)
• di Marinella Perroni (VP 8.2012)
• di Claudio Arletti (VP 8.2009)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
• di Letture Patristiche della Domenica
(Immagine: Il gruppo dei discepoli, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, maggio 2018)
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