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sabato 26 dicembre 2020

Il dono del Figlio


Domenica fra l'Ottava del Natale - Santa Famiglia (B)
Genesi 15,1-6; 21,1-3 • Salmo 104 • Ebrei 11,8.11-12.17-19 • Luca 2,22-40
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

In continuità con la solennità in cui si celebra il mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio, nell'ottava del Natale, la liturgia ci presenta l'icona della Santa Famiglia, di Gesù, Maria e Giuseppe. Una famiglia, quella di Nazaret, che, pur speciale per la presenza del Dio-Bambino, conduce la vita di ogni famiglia ebrea che vive nello spirito e nell'osservanza della Legge.
Il vangelo ci racconta della presentazione di Gesù al tempio, l'offerta di ogni primogenito maschio che è sacro al Signore, con l'incontro dei due anziani, Simeone e Anna, che aspettavano la consolazione di Israele (cf. Lc 2,22-40). Una vita, quella di Simeone ed Anna, resa salda dalla fede nella realizzazione delle promesse di Dio.
In questo contesto di fede si situa la celebrazione della Famiglia, dove il Figlio è dono di Dio. Così è stato per Abramo, che "credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia" (Gen 15,6). Così fu anche per Sara, che "per fede, sebbene fuori dall'età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso" (Eb 11,11). Così è stato per Maria e per Giuseppe che obbedirono alle parole dell'angelo nell'accogliere il progetto di Dio.
Maria in particolare accoglie con lo stesso spirito di fede le parole di Simeone che le preannuncia una sofferenza spirituale, una spada che trafiggerà la sua anima a causa del Figlio, contributo materno al mistero di quel bambino nato per "la caduta e la risurrezione di molti, segno di contraddizione" (cf. Lc 2,33-35).

Il figlio, non proprietà né possesso dei genitori, ma dono di Dio!
Solo nella fede possiamo avere la luce e la forza di accogliere il dono del figlio, di godere della sua presenza, di saperlo offrire nel momento tragico del dolore, perché, prima che nostri, i figli sono figli di Dio.
Maria e Giuseppe lo hanno sperimentato di persona. E Gesù, il figlio amato del Padre, che ha voluto farsi uno di noi, ha imparato dai suoi genitori a crescere in questa fede, a fortificarsi, pieno di sapienza, sorretto dalla grazia di Dio che era su di lui (cf. Lc 2,40).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 1,40)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 1,40) - (28/12/2014)
(vai al testo…)
 I miei occhi hanno visto la sua salvezza (Lc 2,30) - (27/12/2008)
(vai al post "Tutto vince l'amore!")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  La Famiglia di Nazaret: specchio della Famiglia divina eterna (29/12/2017)
  Sulla terra, il divino modello dell'amore trinitario (26/12/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Luigi Vari (VP 11.2014)
  di Claudio Arletti (VP 11.2008)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Presentazione al tempio, Marko Ivan Rupnik)

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