Home

           Chi sono

           Per Oggi (vai al commento)
          

           Parola che si fa vita

           Omelie

           Sito personale di testi
           e documenti


           Etichette Argomenti

           Archivio del Blog



Questo Blog è la nuova versione di
essere sempre famiglia
(clicca qui per entrare)


Archivio blog

giovedì 31 dicembre 2020

Il Signore ci ha parlato, in questa pandemia!


Siamo alla fine del 2020! E siamo tentati di lasciarci tutto alle spalle e pensare a tempi migliori… Ma non è saggio!
Non possiamo nascondere la verità di tanta sofferenza che ha colpito il mondo… Abbiamo vissuto nell'angoscia, nell'incertezza e constatata la nostra fragilità. Tuttavia, abbiamo visto e sperimentato la solidarietà di molti… Siamo forse diventati più sensibili e più buoni.
La liturgia di questo ultimo giorno dell'anno ci ripropone il brano del prolologo del Vangelo di Giovanni, dove non si finge che non esistano le tenebre, la notte. Anzi, si riconosce che quel mondo che Dio stesso ha creato e al quale ha inviato il suo Figlio unigenito lo ha rifiutato. Dunque il male esiste, esiste il dolore, esiste la sofferenza. Eppure in questa conclusione dell'anno, proprio con il Vangelo di Giovanni, brilla una luce dirompente proprio nel mezzo della notte: «La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta» (Gv 1,5). Anche noi come cristiani, e ancora di più come esseri umani, abbiamo la necessità di riconoscere i bagliori che hanno attraversato l'anno che finisce. Abbiamo ricevuto «Grazia su Grazia»: le parole del Vangelo ci sostengono nell'andare a riguardare il percorso di questo anno che finisce per individuare i passaggi di bene che il Signore ha compiuto.
Abbiamo imparato ad essere più solidali, a guardare alle necessità impellenti di chi sta peggio di noi. Nel prolungato isolamento abbiamo avuto la possibilità di rientrare in noi stessi, di guardarci dentro, di scoprire il tesoro dell'inabitazione del Verbo nel nostro, sia pur misero, cuore. Abbiamo potuto guardarci negli occhi e scoprire un linguaggio tutto nuovo e più essenziale.
Mentre abbiamo sperimentato, come comunità ecclesiale, la limitatezza dei nostri progetti pastorali, abbiamo assaporato la bellezza di riscoprici "chiesa domestica", dove anche la temporanea mancanza dell'Eucaristia ha fatto riscoprire e sperimentare che il Signore Gesù è presente, sempre, in mezzo a noi… nella sua Parola, nel nostro donarci reciproco, nel nostro donarci ai poveri…
Il Signore ci ha parlato, in questa pandemia!
È lecito, in un esame di coscienza, chiederci se abbiamo saputo cogliere il soffio della sua presenza che tutto rinnova. O se siamo riandati a riprendere i vecchi schemi per riadattarli alla nuova siutuazione senza accorgerci della loro poca fecondità, se non della loro sterilità. Ed è anche lecito domandarci perché il nostro modo di vivere, tutto improntato al consumo (per far circolare l'economia, così si dice), abbia prodotto tanti poveri…
Nonostante tutto, l'esperienza della presenza del Signore ci ha fatto scavare più in profondità per ringraziare su quanto c'è di più intimo e profondo, su quanto dà senso a una vita che continua per noi, ricordando anche i nostri cari defunti che più di tutti hanno patito le conseguenze della pandemia e che ora condividono la gloria del Cielo.
E il ringraziamento sale dal nostro cuore per la Grazia ricevuta. Grazia, non tanto per i successi positivi che si misurano con categorie umane terrene, ma la Grazia che è la presenza del Dio incarnato, del Verbo che ha posto la sua tenda in mezzo a noi, che ci ha sostenuto e ci sostiene. La Grazia che riempie i vuoti della nostra esistenza di una presenza Altra, soffio vitale dello Spirito.

Papa Francesco ha così concluso la catechesi di ieri 30 dicembre: «Se siamo portatori di gratitudine, anche il mondo diventa migliore, magari anche solo di poco, ma è ciò che basta per trasmettergli un po' di speranza. Il mondo ha bisogno di speranza e con la gratitudine, con questo atteggiamento di dire grazie, noi trasmettiamo un po' di speranza. Tutto è unito, tutto è legato e ciascuno può fare la sua parte là dove si trova. La strada della felicità è quella che San Paolo ha descritto alla fine di una delle sue lettere: "Pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito" (1Ts 5,17-19). No spegnere lo Spirito, bel programma di vita! Non spegnere lo Spirito che abbiamo dentro ci porta alla gratitudine».

Nessun commento:

Posta un commento

Visitati di recente