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venerdì 10 marzo 2023

Acqua che dà vita


3a domenica di Quaresima (A)
Esodo 17,3-7 • Salmo 94 • Romani 5,1-2.5-8 • Giovanni 4,5-42
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Gesù, affaticato per il viaggio, si ferma al pozzo di Sicar, in Samaria. È mezzogiorno. Gesù è solo. Sta per incontrare una donna che è venuta ad attingere acqua al pozzo di Giacobbe (cf. Gv 4,5-42; vangelo). Ed è Gesù che prende l'iniziativa facendo saltare tutti gli schemi, un giudeo che parla con una samaritana che, per di più, ha una situazione personale piuttosto discutibile. Ma Gesù non giudica, si fa accanto come uno che ha bisogno, che chiede da bere perché è assetato. Gesù manifesta il suo desiderio materiale, che nasconde però un desiderio più profondo di relazione. Gesù ha sete! Esprimerà questo suo desiderio anche nel momento estremo, sulla croce: "Ho sete" (cf. Gv 19,28).
Il desiderio di Gesù è quello di entrare in relazione con ciascuno di noi, quale sia la nostra situazione personale. C'è un'acqua ben più preziosa di quella materiale ed è lui stesso. Gesù ci invita a scoprire in noi stessi, mediante la fede in lui, la sorgente dell'acqua che disseta, senza perdere tempo a disquisire su monti, templi, luoghi dove praticare il culto. Dio è assetato di noi. Un Dio che cerca e rilancia la nostra ricerca di acqua che disseta e che ci serve per una vita vera. Allora, ognuno di noi, se lo vuole, può essere monte, tempio, fonte di vero amore, in Spirito e Verità: è questo il culto gradito al Padre. Perché "questa è l'ora in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così il Padre vuole quelli che lo adorano" (Gv 4,23).
Gesù abbatte muri e disinnesca conflitti: attraversa da straniero la Samaria, indifferente ai sentimenti di inimicizia sociale e religiosa fra giudei e samaritani; viola la irriducibile consuetudine che vietava agli uomini di rivolgere in pubblico la parola alle donne; si rivolge alla donna non con minacce, ma come un mendicante. Gesù interloquisce senza difese e porta la donna verso il riconoscimento della propria dignità di persona. Le restituisce la piena titolarità di parola e di ragione, escludendo un linguaggio giudicante che potrebbe mettere la donna a disagio.
Quando Dio incontra qualcuno di noi, e tale incontro avviene nella Verità e nell'Amore, allora siamo all'inizio di un cammino che porta in alto, all'incontro con la Verità che viene incontro ad ogni uomo. Una Verità che è Dio stesso e che rinnova interamente il credente, facendolo passare dalla mera osservanza di norme morali e di precetti cultuali, alla consapevolezza di essere figlio di Dio, amato e chiamato ad amare.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità (Gv 4,24)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Se tu conoscessi il dono di Dio... (Gv 4,10) - (15/03/2020)
(vai al testo…)
 Se tu conoscessi il dono di Dio... (Gv 4,10) - (19/03/2017)
(vai al testo…)
 Egli ti avrebbe dato acqua viva (Gv 4,10) - (23/03/2014)
(vai al testo…)
 Egli ti avrebbe dato acqua viva (Gv 4,10) - (27/03/2011)
(vai al testo…)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il cammino della fede (13/03/2020)
  Come Gesù, diventare sorgente e diffondere speranza (17/03/2017)
  Il dono di Dio, acqua viva che zampilla per la Vita (21/03/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 3.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 3.2020)
  di Cettina Militello (VP 2.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 2.2014)
  di Marinella Perroni (VP 2.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Dammi da bere, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, maggio 2015)

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