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venerdì 31 marzo 2023

In Gesù il senso del nostro vivere


Domenica delle Palme e della Passione del Signore (A)
Isaia 50,4-7 • Salmo 21 • Filippesi 2,6-11 • Matteo 26,14 - 27,66
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Con questa domenica entriamo nella settimana santa nella quale contempleremo i misteri della passione, morte e risurrezione del Signore. Non è un semplice ricordo che facciamo, ma è un voler vivere appieno questi misteri. Perché, attraverso la nostra stessa vita, in cui sperimentiamo la sconfitta, il dolore, la morte, possiamo riconoscerci nel mistero del Figlio dell'Uomo, nel mistero nel Figlio che il Padre ha mandato a noi.
Nel mistero del Dio fatto uomo comprendiamo cosa vuol dire l'umanità, qual è la nostra esistenza concreta. Gesù ha preso la nostra umanità, ha condiviso la nostra vita, lui vero Dio e vero Uomo. Veramente Gesù ha sofferto, veramente Gesù ha portato la croce, veramente è passato attraverso le varie tribolazioni. Questa presa di coscienza non è un semplice atto di pietà, ma è un profondo e sincero ringraziamento. Perché Gesù ha vissuto questa umanità in modo nuovo, mostrandoci la via, dandocene l'esempio.
Nel racconto della passione, che ci è proposta dalla liturgia, siamo messi di fronte al peso del dramma di Gesù che grida l'abbandono del Padre, che sperimenta l'abbandono dei suoi amici, il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, con tutte le sofferenze fisiche e le umiliazioni. Ebbene, in tutta questa situazione Gesù ha mantenuto la sua piena fiducia nel Padre, continuando ad amare e a perdonare. È lui il nuovo uomo, l'uomo nuovo secondo Dio, che si propone anche per noi affinché la nostra vita, attraversata dalle stesse situazioni, possa essere vissuta da figli di Dio, alla maniera di Gesù.
All'inizio della celebrazione siamo entrati in chiesa portando il ramo di ulivo, che è il segno di vittoria, di gloria, di gioia. È la dimostrazione del nostro voler vivere come figli di Dio, alla maniera di Gesù, anche la nostra passione. Non è un ripiegarci su noi stessi nell'impotenza e nella incomprensione del dolore e della morte, ma è sapere che, nonostante la nostra fragilità umana, siamo chiamati a vivere come Gesù in attesa del riscatto, della vita, della nostra Pasqua. Perché nelle nostre debolezze, nelle nostre povertà, nella nostra morte, noi siamo preziosi agli occhi di Dio, amati da Dio. E se in questa realtà riusciamo a vivere nell'amore fraterno, nel perdono e nella fiducia in Dio, allora veramente siamo già uomini nuovi, donne nuove, risorti, perché stiamo veramente seguendo il cammino di Gesù. E questo non solo la notte di Pasqua, ma ogni giorno della nostra vita. Allora possiamo elevare il nostro ringraziamento a Dio e cantare l'alleluia. Perché il Signore che ci è accanto, è Lui che ci chiama a vivere una vita piena nella gioia.
Il nostro amore al Dio deve essere un inno di ringraziamento, per la strada che nel Figlio Gesù ci ha aperto, per la vita nuova che ci ha donato, con l'impegno ad essere veri discepoli, sapendo che Dio non ci abbandona, sapendo che l'amore e i fratelli sono il più grande dono.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Davvero costui era Figlio di Dio (Mt 27,54)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Davvero costui era Figlio di Dio (Mt 27,54) - (05/04/2020)
(vai al testo…)
 Sei tu il re dei Giudei? (Mt 27,11) - (09/04/2017)
(vai al testo…)
 Padre, si compia la tua volontà (Mt 26,42) - (13/04/2014)
(vai al testo…)
 Obbediente fino alla morte e a una morte di croce (Fil 2,8) - (17/04/2011)
(vai al testo…)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Per dirgli il nostro grazie (03/04/2020)
  Morire d'amore è cosa da Dio (07/04/2017)
  Vegliare e soffrire con Lui (11/04/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 4.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2020)
  di Cettina Militello (VP 3.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 3.2014)
  di Marinella Perroni (VP 3.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Crocifissione, acquarello su carta di Armando Sodano, 2019)

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