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venerdì 24 marzo 2023

Vivere in Dio la pienezza della vita


5a domenica di Quaresima (A)
Ezechiele 37,12-14 • Salmo 129 • Romani 8,8-11 • Giovanni 11 ,1-45
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

I vangeli di queste domeniche di Quaresima ci presentano gli ultimi "segni" operati da Gesù: acqua che disseta, luce che apre gli occhi, vita che vince la morte. Questi segni sono accompagnati da una solenne proclamazione: "Chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà più sete" (cf. Gv 4,14); "Io sono la luce del mondo" (cf. Gv 9,5); "Io sono la risurrezione e la vita" (cf. Gv 11,25).
Nel segno della risurrezione di Lazzaro, di cui parla il vangelo odierno (cf. Gv 11,1-45) notiamo un cammino di accostamento al mistero della morte e della vita. Nell'oscurità della notte, nella morte dell'amico, è Dio che si fa presente. Nella stasi del tempo dei giorni del sepolcro - come quelli del Figlio di Dio -, si può percepire la presenza di Dio, l'unico che ha l'ultima parola, quella della vita. Il Padre è lì che nel Figlio ci dice: vivi!
Nel dialogo con i suoi discepoli, Gesù afferma che la morte è un "sonno" dal quale si viene svegliati: "Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà" (cf. Ef 5,14). Poi Gesù, nel dialogo con Marta, avvia un percorso di fede sul senso della speranza e della resurrezione. È vero che il grido di Marta, che è una supplica: "Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto" (Gv 11,21), esprime l'impotenza dell'umanità di fronte alla malattia e alla morte. Anche Gesù ha gridato: "Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato" (Mt 27,46). Ma il racconto della risurrezione di Lazzaro mostra chi è veramente Gesù: acqua che disseta, luce che illumina, vita che trabocca nel mistero dell'uomo: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno" (Gv 11,25-26).
Gesù annuncia questa luce che illumina la nostra vita; ma la potrà vedere soltanto chi accetta di lasciarsi accogliere da lui, chi vive di lui, chi crede in lui. Se rimaniamo ripiegati su noi stessi, nella nostra superbia, resteremo ciechi.
Per quanti credono in Gesù tutto questo significa che l'amore donato pienamente non solo non è sprecato, ma è la caparra della vita nuova dei risorti. La risurrezione di Cristo, di cui quella di Lazzaro ne è un segno, e la nostra risurrezione, sono la chiamata di Dio a vivere in lui e con lui la pienezza dell'amore, la pienezza della vita.
Occorre uscire dal nostro "sepolcro", ubbidire al comando "Vieni fuori!". Perché "quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio". Ma se abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio, abbiamo la caparra della nostra risurrezione (cf. Rm 8,8-11; II lettura).
Occorre abbandonarci, come Gesù, con fiducia piena nelle braccia del Padre: "Nelle tue mani affido la mia vita" (cf. Lc 23,46). L'amore, la certezza di essere amati da un Dio è più forte di ogni morte, di ogni peccato, di ogni violenza. È la Pasqua, è il passaggio in Dio, è l'irrompere di Dio nelle vicende della storia, l'irrompere della sua Vita che vince ogni morte.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo (Gv 11,27)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11,25) - (29/03/2020)
(vai al testo…)
 Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11,25) - (02/04/2017)
(vai al testo…)
 Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11,25) - (06/04/2014)
(vai al testo…)
 Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11,25) - (10/04/2011)
(vai al testo…)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  La nostra vita nella sua (27/03/2020)
  Riconsegnato alla vita dall'amore, dalle lacrime di Dio (31/03/2017)
  Colui che possiede la pienezza della Vita (04/04/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 3.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 3.2020)
  di Cettina Militello (VP 3.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 3.2014)
  di Marinella Perroni (VP 3.2011)
  di Enzo Bianchi

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