"Il primo fa riferimento all'imperativo del Padre: Ascoltatelo!". Quindi, "ascoltare Gesù". In questo cammino quaresimale prioritario è l'ascolto della Parola di Dio che ci viene offerta abbondantemente. Però, "oltre che nelle Scritture, il Signore ci parla nei fratelli, soprattutto nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto". Non solo, anche (e soprattutto in questo itinerario sinodale) "l'ascolto dei fratelli e delle sorelle nella Chiesa", quell'ascolto reciproco che deve diventare ed essere una dimensione "indispensabile nel metodo e nello stile di una Chiesa sinodale".
L'esperienza di una comunione spirituale, che nello Spirito può diventare intensa, non è fine a se stessa. Allora la "seconda indicazione" è quella di "non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni".
Il cammino quaresimale è orientato alla Pasqua: "il 'ritiro' non è fine a se stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione".
Così è anche del percorso sinodale: è un cammino lungo e faticoso in cui siamo invitati a non porre le nostre sicurezze su ciò che abbiamo fin d'ora sperimentato ed è diventata prassi comune nella nostra vita ecclesiale, ma saper rompere certi schemi e lasciarci guidare da Gesù che continua a ripeterci anche oggi: "Non temete". Se abbiamo iniziato con gioia questo percorso sinodale, non illudiamoci "di essere arrivati quando Dio ci dona la grazia di alcune esperienze forti di comunione". Dobbiamo scendere "nella pianura" e "la grazia sperimentata" è per sostenerci "nell'essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità", ed essere, animati dallo Spirito e "rafforzati nella fede", in cammino con Gesù, "gloria del suo popolo e luce delle genti".
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