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venerdì 29 marzo 2024

Chi cercate?


Venerdì Santo. È giornata di dolore oggi, un dolore segnato dalla crocifissione e dall'agonia fino alla morte del Figlio di Dio fatto uomo, di Gesù di Nazareth, Messia atteso che dà la vita per noi, per ogni uomo, ogni donna che vengono al mondo.
Un amore è appeso alla croce, inerme e disarmato, un amore che esprime il suo bisogno di essere corrisposto. "Ho sete" dirà Gesù. E noi che cosa vogliamo rispondere a questa sua richiesta? Un Dio che lascia tutte le immagini di onnipotenza che abbiamo in testa, come le aveva in testa Giuda che invece lo tradirà, e assume piuttosto la sua natura vera, quella della umiltà, cioè nel fare spazio alla sua creatura per poter essere raggiunto e poter instaurare con lei, con noi, una relazione autentica, libera, vera e, per questo, segnata dall'amore.
A noi oggi la possibilità di lasciarci coinvolgere ancora in questo dinamismo, raccontato con dovizia di particolari dagli Evangelisti e in particolare oggi nell'ascolto della passione secondo Giovanni. I capitoli 18 e 19 ci introducono a questo mistero di un giudizio durissimo da parte degli uomini verso Dio, quando Dio continua a giudicare gli uomini soltanto a partire dalla sua misericordia, per entrare nella contemplazione di questo mistero - in questo giorno in cui non si celebra l'eucarestia -, entrando nella contemplazione della Croce, della sua passione, ascoltandone il racconto e adorando il segno della Croce, appunto.
Ecco che la domanda che Gesù pone all'inizio del Vangelo nei versetti iniziali del capitolo 18, ripetuta due volte, ci può essere di grande utilità. Gesù a coloro che lo vengono a catturare guidati da Giuda, con bastoni e armi in mano, chiede "Chi cercate?". Due volte lo chiede e per due volte alla risposta "Gesù il Nazareno" egli dice "Sono io". Ma questo "Sono io" ha una risonanza nella Sacra Scrittura, è il nome di Dio. E quindi quel Gesù di Nazareth che essi cercano è Dio, e questo ha rivelazione, fa cadere a terra questi uomini che non sono pronti a incontrare Dio o che non sono pronti in particolare a riconoscere Dio nella figura di quest'uomo donato, che si lascia perdere, prendere, che si consegna per amore.
"Chi cercate?" è anche la domanda rivolta a noi, come Gesù l'aveva rivolta ai primi suoi discepoli, e come verrà rivolta alla Maddalena davanti al sepolcro vuoto: "Donna, chi cerchi?". Chi cerchiamo? È così che dobbiamo entrare nella nostra giornata di relazione con il Signore che muore per noi, chiedendoci se davvero siamo disponibili a incontrare Colui che sconvolge e rovescia le nostre visioni di Dio. "Chi cercate?". Se cercate un Dio onnipotente nel senso dell'appartenenza e della manifestazione di forza, rimarrete delusi. Se vi lasciate invece sedurre e conquistare da un Dio che ha il volto sfigurato e che è consegnato tutto con le braccia aperte proprio per amore, allora in questa sorpresa che ogni anno ci tocca profondamente, troveremo la salvezza, la gioia autentica, la garanzia che il Signore non ci ha abbandonato e non ci abbandonerà mai.
Chi cerchi tu, mentre entri in questo giorno così santo? A te la possibilità di aprirti una risposta sconcertante. Colui che cerchi, lo troverai, ma lo troverai con un volto nuovo, quello della solidarietà nell'amore fino alla sofferenza della morte, pronto, disponibile, aperto a lasciarsi riportare in vita dal Padre della vita.

(Dalla meditazione quotidiana di p. Luca Garbinetto, PSSG - https://www.youtube.com/@PiaSocietaSanGaetano)


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