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sabato 30 marzo 2024

In silenzio


Sabato Santo. Il Signore è nel sepolcro, tutto tace. Oggi è il giorno senza parola, senza parole, ma anche senza Parola di Dio; o meglio, c'è una parola che risuona più rumorosa che mai, è il Silenzio. È il giorno del silenzio, tutto tace perché il Signore è morto. Sta nel sepolcro e tutti - chi è deluso, chi è arrabbiato, chi è sconcertato - tutti si radunano in qualche modo attorno a quel sepolcro che ha una grossa pietra davanti, chiuso. Un sepolcro per il quale è stato necessario fare in fretta. Infatti, la deposizione di Gesù è stata segnata dalla fretta di chiudere rapidamente i conti con quella che era stata un'esecuzione ingiusta, drammatica, una morte atroce, un'agonia dolorosissima.
Così anche noi tante volte abbiamo l'impressione di dover chiudere in fretta, con il dolore, con la delusione, con una morte. E invece oggi è un giorno di silenzio, perché è un giorno di attesa, un giorno di vigilanza. Siamo attorno a quel sepolcro con tutte le nostre paure e con tutti i nostri fallimenti, con tutti i nostri peccati. Forse ci sentiamo anche in colpa, se non è verso Gesù, è verso quello che egli rappresenta, cioè il dolore di tutti gli innocenti della terra. Siamo lì anche così, Lui ne è contento. Ma come fa a essere contento se è morto? Eh sì, è morto davvero. Non dobbiamo stupirci di questo, ma dobbiamo accettare di entrare in questo enorme mistero. Dio è morto in Gesù su una croce: con Lui c'è il Padre e anche lo Spirito. Qualcosa dovrà accadere, allora, per comprendere se davvero Dio, se quel Gesù di Nazareth davvero porta impresso in sé il sigillo dell'eternità, dell'infinito o se la morte ha davvero vinto e battuto tutto quello che ha il sapore della vita.
È Sabato santo. È il sabato dell'attesa. È il sabato in cui possiamo stare in silenzio o anche a far emergere gli intimi sentimenti e pensieri del nostro cuore. Avere il coraggio di fare i conti con la morte, con la nostra paura della morte. Metterci d'impegno a non chiudere troppo rapidamente quel sepolcro, a non metterci una pietra sopra con troppa facilità, perché chi non ha il coraggio di guardare in faccia la morte si lascia schiacciare da essa, che poi diventa concretamente amarezza e anche violenza da diffondere purtroppo ancora su questa terra. Noi non vogliamo essere fra questi. Stiamo vicini al sepolcro perché crediamo che qualcosa accadrà. Vegliamo con Maria, donna dell'attesa, donna della vicinanza. Vegliamo con tutte le donne che hanno saputo preparare i profumi, perché è sabato, il Signore è morto, ma c'è già una brezza leggera di profumo che comincia ad aleggiare intorno. Chissà, forse accadrà che ancora una volta risorge anche nel nostro cuore. Attendiamo vigilanti nel silenzio.

(Dalla meditazione quotidiana di p. Luca Garbinetto, PSSG - https://www.youtube.com/@PiaSocietaSanGaetano)


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