Home

           Chi sono

           Per Oggi (vai al commento)
          

           Parola che si fa vita

           Omelie

           Sito personale di testi
           e documenti


           Etichette Argomenti

           Archivio del Blog



Questo Blog è la nuova versione di
essere sempre famiglia
(clicca qui per entrare)

Archivio blog

venerdì 31 gennaio 2025

Il compimento delle attese


Presentazione del Signore
[4a domenica del Tempo ordinario (C)]

Malachia 3,1-4 • Salmo 23 • Ebrei 2,14-18 • Luca 2,22-40
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Dopo quaranta giorni dalla nascita di Gesù, la Chiesa celebra la festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Maria e Giuseppe si recano al tempio di Gerusalemme per adempiere alla prescrizione della Legge di Mosè per offrire al Signore il primogenito: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore" (cf. Lc 2,22-24). Maria "presenta" a Dio il figlio Gesù, glielo "offre".
Ogni offerta è per sua natura una privazione, una rinuncia. Questo è il mistero di questo Bambino e di sua Madre; un mistero di dolore che culminerà sul Calvario.
"Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione… e anche a te una spada trafiggerà l'anima", sono le parole che Simeone rivolge ai suoi genitori ed in particolare a sua madre (cf. Lc 2, 34-35).
La Legge di Mosè conduce il Figlio di Dio nella "casa del Padre", in quel luogo dove Gesù dodicenne in mezzo ai maestri della Legge dichiarerà ai suoi genitori, angosciati per la momentanea perdita, che lui deve occuparsi della cose del Padre suo (cf. Lc 2,49).
Ed è in questo luogo, nel tempio, che avviene in un certo senso il compimento dell'attesa di Israele, nell'incontro tra Gesù e Simeone. Quest'uomo di Gerusalemme, "giusto e pio", per una grazia speciale dello Spirito Santo, vede con i suoi occhi e prende tra le sue braccia il Cristo del Signore. È il compimento della promessa. Nelle braccia dell'Antico Patto è accolto il Figlio della Nuova Alleanza.
Dio in mezzo a noi, nella figura di un bambino, è la speranza per tutte le genti: "luce per rivelarti alle genti" (Lc 2,32). L'attesa delle genti di tutti i popoli e di tutti i luoghi.
L'evangelista Luca riporta gli anni di Anna (una anziana di 84 anni e accenna alla sua storia). Di Simeone invece non dice nulla della sua vita. Dice semplicemente che è un "uomo giusto e pio". Non viene detto nulla della sua storia perché incarna tutto il popolo di Israele e di conseguenza ciascuno di noi. La sua età è di essere contemporaneo di Gesù e in lui contemporaneo a tutti. Incarna la storia di tutte genti. Per tutte le genti questo Bembino ne è la luce.
Anche noi con Simeone possiamo cantare la fine di una attesa, non la fine dei giorni, quanto il compimento di una attesa.
Noi tutti, incontrando Gesù, riceviamo luce per la nostra vita, e nel contempo offriamo questa nostra vita al Signore.
Chiediamo a Maria che offra al Padre il Cristo che vive in noi, diventati figli nel Figlio Gesù.

-------------
Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
I miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,30)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 I miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,30) - (02/02/2020)
(vai al testo…)
 I miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,30) - (02/02/2014)
(vai al testo…)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (Sacra Famiglia - Anno B):
 Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 2,40) - (27/12/2020)
(vai al testo…)
 Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 2,40) - (28/12/2014)
(vai al testo…)
 I miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,20) - (27/12/2008)
(vai al post "Tutto vince l'amore!")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Luce che irradia (31/01/2020)
  L'offerta della sua e, con Lui, della nostra vita a Dio (31/01/2014)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia (Sacra Famiglia - Anno B):
  Il dono del Figlio (26/12/2020)
  La Famiglia di Nazaret: specchio della Famiglia divina eterna (29/12/2017)
  Sulla terra, il divino modello dell'amore trinitario (26/12/2014)

Vedi anche i post:
  L'incontro di Dio (02/02/2015)
  L'amore fa vedere (02/02/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2020)
  di Gianni Cavagnoli (VP 1.2014)
  di Enzo Bianchi

Commenti alla Parola nella domenica della Santa Famiglia - Anno B:
  di Antonio Savone (VP 11.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Luigi Vari (VP 11.2014)
  di Claudio Arletti (VP 11.2008)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 24 gennaio 2025

L'«oggi» di Gesù


3a domenica del Tempo ordinario (C)
Neemìa 8,2-4.5-6.8-10 • Salmo 18 • 1 Corinzi 12,12-30 • Luca 1,1-4; 4,14-21
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Terza domenica del Tempo ordinario, domenica della Parola di Dio.
"Gli occhi di tutti erano fissi su di lui" (Lc 4,20). Gesù nella sinagoga di Nazaret porta a compimento, nella sua persona, le attese messianiche. La Parola è diventata carne. È una persona, è una vita, è un'esistenza che rivela la presenza di Dio.
Poche sono le parole che Gesù dice a spiegazione del passo di Isaia letto nell'assemblea: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato" (Lc 4,21). Quegli occhi fissi su di lui stanno aspettando di vedere la Parola, cioè di cogliere «oggi» tutta la sua forza illuminante. "Lampada ai miei passi è la tua Parola", recita il Salmo (Sal 118,105).
Ogni volta che ci poniamo in ascolto noi attendiamo che la Parola rischiari il nostro cammino. Essa diventa "carne" oggi, nella nostra esistenza.
Quell'«oggi» di Gesù è anche l'«oggi» nostro. È un «oggi» denso di significato. Non è un oggi fugace e passeggero come spesso sperimentiamo. Pensando a «ieri», spesso pensiamo nostalgicamente a un passato che non c'è più; e anche ad un «domani», che non c'è ancora, per una speranza di realizzazione. Così è il nostro «oggi» umano. L'«oggi» di Gesù non è slegato dall'«ieri». In Gesù si "compie", si realizza in pienezza quanto vissuto nel passato; prende significato e ci dà la possibilità di scorgere nella nostra vita, nonostante i nostri fallimenti, il meraviglioso disegno del Padre. In questo «oggi» che la Parola-Gesù ci svela è il fondamento del nostro futuro di certezze e consolazioni.
Tutto, ieri e domani, convergono nell'«oggi» di Gesù.
Se Gesù è la «Parola» svelata del Padre, anche noi, figli nel Figlio, siamo una «parola» nella «Parola»: accogliendo e vivendo la «Parola», noi, in Gesù, realizziamo il disegno di Dio su di noi, dove presente, passato e futuro trovano compimento.
Tante «parole» nell'unico Corpo della «Parola», come tante membra del unico Corpo di Cristo, ognuno "secondo la propria parte" (cf. 1Cor 12,12-30; II lettura).

-------------
Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui (Lc 4,20)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato (Lc 4,21) - (23/01/2022)
(vai al testo…)
 Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21) - (27/01/2019)
(vai al testo…)
 Lo Spirito del Signore è sopra di me (Lc 4,18) - (24/01/2016)
(vai al testo…)
 Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21) - (27/01/2013)
( vai al testo…)
 Il corpo è uno solo e ha molte membra (1Cor 12,12) - (24/01/2010)
(vai al post "L'unità, armonia del corpo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  La testimonianza della Parola (21/01/2022)
  L'eu-anghelion, il «lieto annuncio» (25/01/2019)
  Dio è sempre dalla parte dell'uomo (22/01/2016)
  La Parola si compie, oggi (25/01/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012)
  di Claudio Arletti (VP 1.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Oggi si è compiuta questa Scrittura, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, gennaio 2019)

venerdì 17 gennaio 2025

L'ebbrezza del vino nuovo


2a domenica del Tempo ordinario (C)
Isaia 62,1-5 • Salmo 95 • 1 Corinzi 12,4-11 • Giovanni 2,1-11
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui" (Gv 2,11). Il primo "segno" compiuto da Gesù non è la guarigione di un malato, ma il ridare gioia e letizia in una situazione di difficoltà. È il poter gustare primariamente la gioia profonda della condivisione, dell'amicizia, con Dio e tra di noi.
Il racconto di uno sposalizio sta appunto ad indicare l'intimo rapporto tra Dio e l'umanità, tra Gesù e la comunità dei cedenti. È la gioia di questa ritrovata "alleanza" nello Spirito che fa della Chiesa la vera testimone del Signore risorto. È proprio questo rapporto con Dio che lo Sposo Gesù viene a rinnovare, stravolgendo le nostre abitudini che ingessano la nostra vita religiosa.
"Non hanno vino", dice Maria al Figlio. Manca a questa comunità lo slancio di un amore che genera vita. Non è sufficiente vivere di soli doveri senza gustare la gioia e il sussulto dell'incontro con il Signore.
Le giare vuote di pietra stanno ad indicarla quella Legge che impone un dovere, che è diventata un peso; un dovere spesso vuoto di significato e compiuto con gesti automatici.
La madre di Gesù non denuncia solo una mancanza materiale del momento. Essa intuisce che occorre entrare nella logica dell'«ora» del Figlio. "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora" (Gv 2,4). Ma con l'intervento di Maria, ora Gesù entra in quell'«ora» e da quel momento tutto è in funzione dell'evento pasquale.
Maria sa vivere per prima il cambiamento dell'acqua in vino. Vive, come vera discepola, nella fede che è abbandono fiducioso ai piani di Dio.
"Qualsiasi cosa vi dica, fatela" (Gv 2,5). Anche i servi obbediscono e non sanno che l'acqua diventerà vino.
Entrare nell'«ora» di Gesù non è accettare il contenuto delle parole di Gesù perché le abbiamo ritenute ragionevoli. È credere in Lui, oltre le sue parole. Allora sì che gusteremo la gioia delle nozze con lo Sposo, perché Lui ha riempito le nostre anfore non con l'acqua della purificazione rituale, ma col vino nuovo, segno del suo sangue, col calice della salvezza, preludio alla felicità del giorno di Pasqua.

-------------
Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,11)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) – (16/01/2022)
(vai al testo…)
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) – (20/01/2019)
(vai al testo…)
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) - (17/01/2016)
(vai al testo…)
 I suoi discepoli credettero in Lui (Gv 2,11) - (20/01/2013)
( vai al testo…)
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) - (17/01/2010)
(vai al post "Guardare al figlio…")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Introdotti alla vera festa di nozze (14/01/2022)
  Lo Sposo che offre il vino nuovo (18/01/2019)
  Colui che riempie le anfore vuote del cuore (15/01/2016)
  Gesù, lo Sposo (18/01/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Le nozze di Cana, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, gennaio 2019)

venerdì 10 gennaio 2025

Dio si immerge nella nostra umanità


Battesimo del Signore (C)
Isaia 40,1-5.9-11 • Salmo 103 • Tito 2,11-14;3,4-7 • Luca 3,15-16.21-22
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il mistero del Natale ci ha fatto meditare sull'Incarnazione del Verbo di Dio, sulla sua venuta tra gli uomini; Lui, che ha assunto in tutto, "fuorché nel peccato", la nostra condizione. Il Figlio di Dio così non solo diventa parte del suo popolo, ma si immerge totalmente in questa nostra carne.
L'evento del Battesimo al fiume Giordano manifesta pubblicamente questa volontà di Dio. Tutto il popolo si immerge nel fiume e Gesù si immerge nell'immersione del popolo. E con questo immergersi dà inizio al suo ministero pubblico, manifestando la sua profonda solidarietà con noi uomini e donne segnati dal peccato. Lui, il Giusto, si mette alla pari di noi, peccatori. Si confonderebbe con i peccatori se non fosse che su di lui scende lo Spirito, quello stesso Spirito in cui poi lui avrebbe battezzato il popolo.
In quell'atto di immergersi nelle acque del Giordano, in quell'aprirsi delle acque, "il cielo si apre" e risuona la voce del Padre: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento". Scende pertanto su di lui lo Spirito, "in forma corporea come di colomba" (cf. Lc 3,22). Quella colomba che, dopo il diluvio che purificò la terra, annuncia un'era nuova.
Il Padre si compiace del Figlio, in questo suo manifestarsi, per dire che nel Figlio unigenito, l'amato, è Dio stesso che si immerge nella nostra umanità, con tutto il peso della nostra miseria e del nostro peccato.
Nel battesimo di Gesù noi tutti siamo stati battezzati, "immersi" nella sua stessa vita, anzi, "immersi" nel suo mistero di morte e di risurrezione, per divenire in lui nuove creature a gloria di Dio Padre.
Il cielo "squarciato", ora aperto per noi dopo la chiusura a causa della disobbedienza dei nostri progenitori, è preludio al cuore squarciato di Gesù sulla croce, dove noi tutti, in quel "sangue e acqua" sgorgati, siamo stati rigenerati a vita nuova.
Ora, per Gesù, anche noi siamo figli "amati". Non siamo più esseri di tenebra e disperazione, ma figli della luce, trasparenza dello Spirito Santo, testimonianza dell'amore di Dio per noi.

-------------
Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Tu sei il Figlio mio, l'amato (Lc 3,22)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (08/01/2023 - Anno A)
(vai al testo…)
 Gesù… vide lo Spirito di Dio venire sopra di lui (Mt 3,16) - (12/01/2020 - Anno A)
(vai al testo…)
 Gesù venne da Giovanni per farsi battezzare (Mt 3,13) - (8/01/2017 - Anno A)
(vai al testo…)
 In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (12/01/2014 - Anno A)
(vai al testo…)
 In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (9/01/2011 - Anno A)
(vai al testo…)
Gesù venne da Nazareth in Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni (Mc 1,9) - (07/01/2024 - Anno B)
(vai al testo…)
Io vi battezzo con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo (Mc 1,8) - (10/01/2021 - Anno B)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11) - (07/01/2018 - Anno B)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11) - (11/01/2015 - Anno B)
(vai al testo…)
 Vide lo Spirito discendere verso di lui (Mc 1,10) - (8/01/2012 - Anno B)
(vai al testo…)
 Lui vi battezzerà con lo Spirito Santo (Mc 1,8) - (9/01/2009 - Anno B)
(vai al post "Battezzati nello Spirito santo")
 Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco (Lc 3,16) - (09/01/2022 – Anno C)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Lc 1,11) - (13/01/2019 – Anno C)
(vai al testo…)
 In te ho posto il mio compiacimento (Lc 3,22) - (10/01/2016 – Anno C)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio: l'amato (Lc 3,22) - (13/01/2013 – Anno C)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio: l'amato (Lc 3,22) - (10/01/2010 - Anno C)
(vai al post "Lo stile del servo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
Sulle orme del Maestro (06/01/2023 - Anno A)
Si è fatto uno di noi per farci come Lui (10/01/2020 - Anno A)
Per il Padre io come Gesù: Figlio amato (07/01/2017 - Anno A)
Siamo diventati Cristo (10/01/2014 - Anno A)
Rigenerati alla vita divina (08/01/2021 - Anno B)
Dal Giordano al Calvario: manifestazione dell'amore del Padre (06/01/2018 - Anno B)
Lo "sprofondare" del Figlio di Dio… per farci figli (09/01/2015 - Anno B)
Il Compiacimento del Padre (07/01/2012 - Anno B)
Il compiacimento del Padre (07/01/2022 - Anno C)
Figli amati, come Gesù (11/01/2019 - Anno C)
L'aprirsi del Cielo (08/01/2016 – Anno C)
Essere scelti dall'amore eterno di Dio (11/1/2013 – Anno C)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2023 - Anno A)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020 - Anno A)
  di Cettina Militello (VP 11.2016 - Anno A)
  di Gianni Cavagnoli (VP 11.2013 - Anno A)
  di Marinella Perroni (VP 11.2010 - Anno A)
  di Goffredo Boselli (VP 1.2024 - Anno B)
  di Antonio Savone (VP 1.2021 - Anno B)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018 - Anno B)
  di Luigi Vari (VP 1.2015 – Anno B)
  di Marinella Perroni (VP 1.2012 – Anno B)
  di Claudio Arletti (VP 1.2009 – Anno B)
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025 - Anno C)
  di Antonio Savone (VP 1.2022 - Anno C)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019 – Anno C)
  di Luigi Vari (VP 11.2015 – Anno C)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012 – Anno C)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009 – Anno C)

  di Enzo Bianchi (Anno A)
  di Enzo Bianchi (Anno B)
  di Enzo Bianchi (Anno C)

  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno A)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno B)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno C)
  di Letture Patristiche della Domenica (Anno B)
  di Letture Patristiche della Domenica (Anno C)

(Immagine: Battesimo di Cristo, di Daniel Bonnell)

sabato 4 gennaio 2025

Offrire in dono se stessi


Epifania del Signore
Isaia 60,1-6 • Salmo 71 • Efesini 3,2-3a.5-6 • Matteo 2,1-12
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme" dopo aver visto la stella di "colui che è nato, il re dei Giudei" (cf. Mt 2,1-2). I Magi, precursori di ogni credente, primizia della venuta dei pagani al Vangelo, esprimono l'anima di chi è alla ricerca, di chi si pone delle domande con la speranza di capire di più, di essere illuminato ulteriormente.
I Magi intravedono la stella perché sono allenati alla notte, la notte del dubbio, con lo sguardo interiore che scruta. E chiedono. Giunti a Gerusalemme chiedono della nascita del Bambino alle persone sbagliate. Tuttavia, essi sanno ripercorrere poi la via giusta, pronti ad una conversione per il ritorno per altra strada.
Essi sono venuti per adorare "colui che è nato", portando i loro doni. I tre doni offerti, l'oro, l'incenso e la mirra, a significare la regalità, la divinità e l'uomo votato alla sofferenza e alla morte di quel Bambino, esprimono tutto loro stessi. Il dono, se sincero, non è soltanto il momento in cui il destinatario si sente riconosciuto. Anche il donatore parla di sé a colui che offre il suo dono.
I Magi offrono loro stessi. Nell'oro avvertono che qualcosa di prezioso c'è nel proprio cuore che la grazia di Dio ha elargito. Nell'incenso, invisibile come Dio, esprimono il desiderio di incontro con l'Assoluto, di preghiera che come incenso si eleva al cielo, espressione del desiderio di infinito che alberga in ogni uomo. La mirra cura le ferite e preserva dalla corruzione, in difesa della vita dall'inevitabile degrado prodotto dal peccato.
I Magi offrono al Signore loro stessi, la loro umanità, perché hanno visto nell'inerme Bambino, non la tracotanza del potere e della tirannia, ma la delicatezza di una esistenza umana tutta protesa a dare dignità alla nostra umanità.
Allora comprendiamo che se Dio si è manifestato nella nostra carne mortale, tuttavia l'uomo non raggiungerà la sua redenzione se non rinasce in Dio.
I Magi hanno percorso il loro cammino, non si sono fossilizzati in sterili certezze. Così ogni credente che incontra il Signore che ha assunto la nostra carne, ritrova sé stesso in quel Bambino e decide di riprendere il cammino della vita per un'altra strada, perché ha accolto quella luce che lo ha riempito di gioia e lo ha illuminato.

-------------
Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):

 Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima (Mt 2,2) - (6/01/2023)
(vai al testo…)
 Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo (Mt 2,2) - (6/01/2022)
(vai al testo…)
 Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima (Mt 2,10) - (6/01/2021)
(vai al testo…)
 Siamo venuti per adorare il Signore (Mt 2,2) – (06/01/2019)
(vai al testo…)
 Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? (Mt 2,2) - (6/01/2018)
(vai al testo…)
 Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 3,13) - (6/01/2017)
(vai al testo…)
 Videro il bambino… si prostrarono e lo adorarono (Mt 2,11) - (6/01/2016)
(vai al testo…)
 Siamo venuti ad adorarlo (Mt 2,2) - (6/01/2015)
(vai al testo…)
 Siamo venuti ad adorare il Signore (Mt 2,2) - (6/01/2013)
(vai al testo…)
 Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 2,10) - (6/01/2012)
(vai al testo…)
 Videro il Bambino con Maria sua madre (Mt 2,11) - (6/01/2011)
(vai al testo…)
 Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra (Sal 71) - (5/01/2009)
(vai al post "Il centro dell'universo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
Aprirsi alla verità di Dio (5/01/2023)
La Luce che è per tutti (5/01/2022)
La Luce che sempre ci precede (5/01/2021)
La gioia è il senso della grandezza di Dio tutta a disposizione dell'uomo (4/01/2020)
Alla ricerca della "stella" (4/01/2019)
Aperti alla Novità dello Spirito, nonostante gli inevitabili errori (4/01/2018)
Le preferenze di Dio: gli ultimi, i lontani (5/01/2017)
Il cammino per l'incontro con Dio (5/01/2016)
Nel "Nulla d'amore" di Dio (5/01/2015)
Essere "epifania" di Dio (4/01/2014)
L'incontro con Gesù, nella "casa", con Maria (4/01/2013)
Guardare oltre, con nel cuore il mondo (5/01/2012)

Vedi anche i post:
La Stella, il dono che porta (6/01/2011)
Lo scambio dei doni (5/01/2010)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di Goffredo Boselli (VP 1.2024)
  di Antonio Savone (VP 1.2023)
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
  di Cettina Militello (VP 11.2016)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
  di Gianni Cavagnoli (VP 2013)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Marinella Perroni (VP 2011)
  di Marinella Perroni (VP 2010)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Claudio Arletti (VP 2008)
  di Enzo Bianchi (vol. A)
  di Enzo Bianchi (vol. B)
  di Enzo Bianchi (vol. C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: Adorazione dei Magi, di Bernadette Lopez)

venerdì 3 gennaio 2025

Dove Dio si fa trovare


II domenica dopo Natale
Siracide 24,1-2.8-12, NV 24,1-4.12-16 • Salmo 147 • Efesini 1,3-6.15-18 • Giovanni 1,1-18
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La Sapienza "uscita dalla bocca dell'Altissimo" (cf. Sir 24,3), ha fissato la sua tenda e affondato le sue radici in mezzo a noi, nella città amata, in mezzo ad un popolo glorioso (cf. Sir 24,1 e seg.; I lettura). La Sapienza di Dio, il Verbo eterno del Padre, ha preso carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, pieno di "grazia e verità". Uomo accanto all'uomo, ad ogni uomo e ad ogni donna, umanità assetata di verità e di libertà. Perché è la verità che ci fa liberi.
La verità, che è il Verbo, che è vita ed è via, ci dice chi siamo, ci manifesta la nostra vera natura, quella riflessa nel volto del Padre.
La grazia e la verità che ci viene donata è nella carne del Figlio di Dio. Una carne simile alla nostra. In questa carne l'Eterno ha posto la sua dimora.
Egli "venne tra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto" (Gv 1, 11). Mistero della libertà umana. Il Verbo fattosi "carne" si presenta come uomo, totalmente uomo, senza privilegi né onori o titoli da ostentare. Uomo tra gli uomini.
Non lo hanno accolto perché la sua condizione, il suo modo di manifestarsi non è secondo il loro modo di intende la vita. Se poi vediamo che questo uomo è anche Dio, allora scardina tutta la nostra concezione religiosa.
Da ciò comprendiamo che Dio non va cercato tra i suoi, non dove noi pensiamo che religiosamente possiamo incontrarlo. È nato in una stalla e deposto in una mangiatoia, visitato per prima da persone non religiose, impure ed escluse dal vivere civile e religioso, i pastori.
Dio si fa trovare tra gli esclusi, tra i poveri, i peccatori e gli eretici.
È nella nostra umanità ferita che Dio ha posto la sua dimora ed ha donato tutto sé stesso.
L'idea che ci siamo fatti di Dio si sgretola di fronte alla sua verità, come Lui si manifesta a noi.
"Dio nessuno lo ha mai visto", ci ripete Giovanni. Però, se vogliamo conoscerlo ed incontrarlo, "il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che ce lo ha rivelato" (cf. Gv 1,18).
È questo Bambino che ci rivela il vero volto del Padre. Chiediamo allora che ci venga donato lo spirito di sapienza per una profonda conoscenza di lui e comprendere veramente a quale speranza siamo stati chiamati (cf. Ef 1,17-18; II lettura).

-------------
Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia (Gv 1,16)
(vai al testo)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9) - (03/01/2021)
(vai al testo…)
 E il Verbo… venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14) - (05/01/2020)
(vai al testo…)
 Il Figlio unigenito: è lui che ha rivelato Dio (cf. Gv 1,18) - (03/01/2016)
(vai al testo…)
 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto (Gv 1,16) - (04/01/2015)
(vai al testo…)
 Il Verbo venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14) - (05/01/2014)
(vai al testo…)
 La luce splende nelle tenebre (Gv 1,5) - (02/01/2010)
(vai al post "La luce che viene dall'alto")
 La luce splende nelle tenebre (Gv 1,5) - (03/01/2009)
(vai al post "Luce nel buio")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Figli della Luce (30/12/2021)
  La luce vera che illumina ogni uomo (02/01/2021)
  Natale: Dio nell'uomo, essere abitati da Dio (03/01/2020)
  La profondità ultima del Natale: Dio nell'uomo (02/01/2016)
  Figli come Gesù e in Gesù (02/01/2015)
  Figli della Luce, generati dalla Parola (03/01/2014)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
  di Gianni Cavagnoli (VP 11.2013)
  di Marinella Perroni (VP 11.2010)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Claudio Arletti (VP 11.2008)
  di Enzo Bianchi (VF.A)
  di Enzo Bianchi (VF.B)
  di Enzo Bianchi (VF.C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: La Sacra Famiglia, di Salvator Dalì)

mercoledì 1 gennaio 2025

La dinamica della fede


Parola di Vita – Gennaio 2025
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Credi tu questo?» (Gv 11,26)

Gesù sta arrivando a Betania, dove Lazzaro è morto da quattro giorni. Informata, la sorella Marta corre speranzosa al suo incontro. Gesù voleva molto bene a lei, a sua sorella Maria e a Lazzaro, sottolinea il Vangelo [1].
Pur nel dolore, Marta manifesta al Signore la sua fiducia in Lui, convinta che se fosse stato presente prima della morte del fratello questi sarebbe ancora vivo, ma che anche adesso qualsiasi sua richiesta a Dio sarebbe stata esaudita. «Tuo fratello risusciterà» (Gv 11,23), afferma allora Gesù.

«Credi tu questo?».

Dopo aver chiarito che si riferisce al ritorno di Lazzaro alla vita fisica qui ed ora e non solo a quella che attende il credente dopo la morte, Gesù chiede a Marta l'adesione della fede e non solo per realizzare uno dei suoi miracoli - che l'evangelista Giovanni definisce "segni" - ma per donare a lei, come a tutti i credenti, una vita nuova e la resurrezione. «Io sono la risurrezione e la vita»(Gv 11,25), afferma Gesù.
E la fede che le chiede è un rapporto personale con lui, un'adesione attiva e dinamica. Credere non è come accettare un contratto che si firma una volta e poi non si guarda più, ma è un fatto che trasforma e permea la vita quotidiana.

«Credi tu questo?».

Gesù invita a vivere una vita nuova qui ed ora. Ci invita a sperimentarla ogni giorno, sapendo che, come abbiamo riscoperto a Natale, lui stesso ce l'ha portata, cercandoci per primo e venendo tra di noi.
Come rispondere alla sua domanda? Guardiamo a Marta, la sorella di Lazzaro. In dialogo con Gesù le scaturisce una professione di fede piena in lui. L'originale greco la esprime con ancora maggiore forza.
L' "io credo" da lei pronunciato significa "sono giunta a credere", "credo fermamente" che «tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo» [1], con tutte le conseguenze. È una convinzione maturata nel tempo, provata nelle diverse circostanze che ha affrontato nella vita.
Il Signore rivolge la sua domanda anche a me. Anche a me chiede una fiducia generosa in lui, e l'adesione al suo stile di vita, fondato sull'amore generoso e concreto verso tutti. La perseveranza maturerà la mia fede, che si rafforzerà nel constatare giorno dopo giorno la verità delle parole di Gesù messe in pratica, e che non mancherà di esprimersi nel mio agire quotidiano verso tutti. Intanto, possiamo far nostra la preghiera degli apostoli a Gesù: «Aumenta la nostra fede» (Lc 17, 6).

«Credi tu questo?».

«Una delle mie figlie aveva perso il lavoro insieme a tutti i suoi colleghi, poiché il governo aveva chiuso l'agenzia pubblica dove lavoravano», racconta Patricia, dal Sudamerica. «Come forma di protesta, avevano organizzato un accampamento davanti alla sede. Io cercavo di sostenerli partecipando ad alcune loro attività, portando loro del cibo o semplicemente fermandomi a parlare con loro. Il Giovedì Santo, un gruppo di sacerdoti che li accompagnava ha deciso di celebrare una cerimonia nella quale si offrivano anche spazi di ascolto, si è letto il Vangelo e si è realizzato il gesto della lavanda dei piedi, in ricordo di quanto fatto da Gesù. La maggioranza dei presenti non erano persone religiose. Tuttavia, è stato un momento di profonda unione, di fraternità e di speranza. Si sono sentiti abbracciati ed, emozionati, ringraziavano quei sacerdoti che li accompagnavano nell'incertezza e nella sofferenza».
Questa parola di Gesù è stata scelta come guida per la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani 2025. Preghiamo allora e adoperiamoci affinché il nostro credere comune sia motore della ricerca della fraternità con tutti: è la proposta e il desiderio di Dio per l'umanità, ma richiede la nostra adesione. La preghiera e l'azione saranno efficaci se nascono da questa confidenza in Dio e dal nostro agire di conseguenza.

A cura di Silvano Malini e del team della Parola di Vita.

----------
[1] Gv 11,5.
[2] cf. Gv 11,27.

Fonte: https://www.focolaritalia.it
(Immagine: "Credi tu questo?" - Resurrezione di Lazzaro, particolare, chiesa di San Lazzaro a Eizariya, Cisgiordania, identificata con la biblica Betania)


Visitati di recente