Ascensione del Signore (C)
Atti 1,1-11 • Salmo 46 • Ebrei 9,24-28;10,19-23 • Luca 24,46-53
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Appunti per l'omelia
Secondo il vangelo di Luca, proposto per l'odierna solennità nel ciclo domenicale C, l'ascensione del Signore è ambientata nel cenacolo quando Gesù risorto appare ai discepoli, dà loro le ultime disposizioni e li conduce poi fuori verso Betania. E lì, dopo averli benedetti, ascende al Padre.
Tuttavia, nel libro degli Atti, lo stesso Luca descrive l'ascensione del Signore in una sequenza temporale diversa, dopo quaranta giorni, dove i discepoli hanno fatto esperienza del Signore risorto.
Allora per noi è importante cogliere il senso del mistero di questo evento, che non è principalmente temporale o spaziale. L'ascensione di Gesù è un tutt'uno con la sua risurrezione: è un unico evento di salvezza.
Gesù ora si stacca fisicamente dai suoi, non per lasciarli soli, ma perché la sua presenza diventi più pregnate. È sintomatico il fatto che Gesù risorto imponga a Maria Maddalena di non trattenerlo: "Non mi trattenere perché non sono ancora salito al Padre". Ma noi lo potremo veramente trattenere ora dopo la sua ascensione. Lo avremo sempre e più intimamente con noi. Ora sì, potremo fare esperienza di vicinanza col Corpo del Signore risorto, del suo Corpo spirituale, attraverso i segni eucaristici, dove il Signore Gesù si dà a noi nella sua dimensione vera, attuale, del Figlio, risorto da morte, asceso alla destra del Padre.
Gesù prima della sua morte ha lasciato il suo comandamento dell'amore e la promessa di rimanere in noi se noi rimaniamo nel suo amore. La vita di Gesù è tutta un atto di amore. Ora l'amore non è possesso, è esperienza di libertà assoluta. E per fare esperienza dell'amore c'è bisogno anche di distanza, di assenza, perché il desiderio della persona amata sia la molla che informa tutta la nostra vita. La persona amata ha bisogno di vicinanza, ma nello stesso tempo si sperimenta che, durante la sua assenza, essa pervade tutte le nostre azioni. Perché l'amore è dono di sé, che non puoi tenere per te, né lo puoi dominare, solo accogliere e desiderare.
È lo stile che Gesù ci ha lasciato, è la dinamica dell'amore reciproco. È il dono dello Spirito Santo, lo spirito del Risorto, che dona sapore e senso alla nostra vita.
Gesù non è salito al cielo in un contesto fisico. È "asceso" semplicemente al Padre. Dove il cielo è il seno del Padre e la nube che lo avvolge è l'atmosfera del paradiso che regna nella Trinità.
A noi, dopo averlo contemplato così, è chiesto di non restare a guardare in alto e fermarsi lì, ma di continuare a camminare avanti, fino agli ultimi confini della terra per portare a tutti la lieta notizia che Dio ci ama e ci vuole tutti uno, figli nel Figlio Gesù. Lui ci ha preceduti ed ha promesso che sarà sempre con noi fino alla fine del mondo.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Di questo voi siete testimoni (Lc 24,48)
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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• Alzate le mani, li benedisse (Lc 24,50) - (29/05/2022)
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• Mentre li benediceva, si staccò da loro (Lc 24,51) - (2/06/2019)
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• Mentre li benediceva, si staccò da loro (Lc 24,51) - (8/05/2016)
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• E stavano sempre nel tempio lodando Dio (Lc 24,53) - (12/05/2013)
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• Di me sarete testimoni (At 1,8) - (14/05/2010)
(vai al post "Testimoni della speranza")
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
• Essere tempio di Dio nella pienezza della benedizione (27/05/2022)
• Testimoni della sua "presenza" (31/05/2019)
• Attirati verso l'alto (6/05/2016)
• Testimoni del Risorto (10/05/2013)
Commenti alla Parola:
• di Goffredo Boselli (VP 6.2025)
• di Antonio Savone (VP 5.2022)
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
• di Luigi Vari (VP 4.2016)
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• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
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