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martedì 31 dicembre 2024

Grazia su grazia



"Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia" (Gv 1,16). Si chiude un anno carico di avvenimenti che non vorremmo non fossero mai accaduti. Eppure la "buona notizia" che oggi, nel vangelo proposto dalla liturgia che è anche quello del giorno di Natale, ci ricorda che il Figlio di Dio, incarnandosi e venendo ad abitare in mezzo a noi, Lui ha preso su di sé tutto della nostra umanità ferita. Dio per incontrarci si fa uno di noi, affinché noi ricevessimo il suo tutto: grazia su grazia.
Non è sempre facile scorgere nelle trame assurde di una umanità che sembra impazzita, la presenza amorevole del Padre. Tuttavia, sì, in questo anno ho sperimentato, come ho potuto, questa presenza portatrice di vita. Nel buio è sorta la luce che ci mostra un percorso possibile, per una ripresa, dono della grazia che ci è concessa.
L'esperienza del Sinodo ne è stata una prova: ci si può riprendere. Non è facile, eppure Dio ci chiama a questo.
Il peso delle nostre abitudini religiose, a volte standardizzate in una prassi che tarpa le ali, non ci spaventano. Occorre lavorare con pazienza, cercando di andare oltre l'incomprensione. E questa incomprensione accompagna anche il mio e nostro sevizio diaconale.
Eppure il Signore è presente, sempre!
Lo si percepisce nel profondo dell'anima, nella comunione fraterna alla luce della Parola, nell'incontro con le povertà più diverse. Sì, il Signore è lì, con la dolcezza del suo balsamo risanatore.
L'anelito alla pace e la costante ricerca di soluzioni per i conflitti inizia nel nostro cuore, nella nostra ordinaria convivenza e nelle nostre quotidiane relazioni in modo che la cultura della pace diventi una presenza costante.
Molti sono i momenti, belli e meno belli, vissuti in questo anno che sta per concludersi, che portano con sé speranze e interrogativi. Eppure la certezza che Dio ci ama, mi ama, ed è presente sempre nella mia vita, è forza che sostiene e dà pienezza di senso.

La Porta Santa che papa Francesco ha aperto nella notte di Natale è una porta spalancata dove non occorre bussare…
È una porta piena di speranza per ciascuno di noi e per il mondo intero.
Attraversare quella porta è credere che Dio mi ama così come sono…
Gesù si è definito: "Io sono la porta". Chi entra per questa porta troverà pascolo… Cioè vita!
L'augurio è che l'Anno Santo del Giubileo sia veramente per tutti noi, per le nostre famiglie e per l'umanità intera il dono di quella speranza che non delude, come ci dice la Parola di Dio. Perché "il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi".

Ciò che finisce è anche il momento di ciò che inizia!
Perché la vita è Vita, sempre!

(Immagine: Natività, di William Congdon)

lunedì 30 dicembre 2024

Nel silenzio di Maria


Maria Santissima Madre di Dio
Numeri 6,22-27 • Salmo 66 • Galati 4,4-7 • Luca 2,16-21
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

All'inizio del nuovo anno, nell'ottava del Natale, la liturgia celebra Maria Madre di Dio. Il brano evangelico proposto è la continuazione di quello della notte di Natale.
Il Verbo fatto carne, venuto ad abitare in mezzo a noi, è deposto da Maria in una mangiatoia, simbolo della nostra condizione di povertà esistenziale. Lì i pastori lo incontrano, come era stato loro indicato dall'angelo.
I pastori, proprio loro, considerati impuri e ai quali non era consentito ascoltare la parola di Dio, sono i primi annunciatori dell'evento della Parola fatta carne.
Maria invece "custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore".
I pastori parlano, Maria è in silenzio! Lei, che ha generato la Parola eterna del Padre, è quel "silenzio" dove può rivelarsi la Parola. Perché la Parola, per essere compresa deve essere accolta nel silenzio. Maria è quel silenzio, quasi immagine di uno sfondo che dà risalto al dipinto.
Maria è Madre di Dio. Il Figlio unigenito del Padre si rimpicciolì, svuotando se stesso, come ci dice san Paolo (cf. Fil 2,7), e prese carne nel seno della Vergine Maria. Sì, lei, la creatura prediletta, è stata resa capace di contenere il Verbo di Dio.
Maria "custodiva queste cose nel suo cuore", lei abitata dalla Parola. Anche noi, di fronte al mistero della Parola fatta carne, siamo invitati a vivere questo silenzio, perché anche in noi la Parla possa prendere carne, abilitati all'ascolto dal dono dello Spirito. È lo Spirito del Figlio, Spirito che ci è stato riversato nei nostri cuori e che grida "Abbà!" (cf. Gal 4,6; II lettura).
Nel mistero dell'Incarnazione noi siamo posti in questo binomio: annunciatori della Parola nella nostra povera condizione umana ferita dal peccato e contemporaneamente, perché sanati dalla Parola, incastonati nel mistero del silenzio di Maria, fatti dimora accogliente della stessa Parola che siamo chiamati a donare al mondo.
All'inizio del nuovo anno, la benedizione di Dio custodisca i nostri cuori nella speranza che non delude, certezza nella fede che il Signore manterrà le sue promesse di pace. E l'umanità smarrita possa vedere nel volto dei credenti il volto del Padre e la sua grazia (cf. Nm 6,25-26; I lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori (Lc 2,18)
(vai al testo)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Maria da parte sua custodiva tutte queste cose (Lc 2,19) – (01/01/2023)
(vai al testo)
 I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto (Lc 2,20) – (01/01/2022)
(vai al testo)
 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc 2,19) – (01/01/2021)
(vai al testo)
 Maria… custodiva tutte queste cose (Lc 2,19) – (01/01/2020)
(vai al testo)
 I pastori riferirono ciò che era stato detto loro (Lc 2,17) – (01/01/2019)
(vai al testo)
 I pastori riferirono ciò che era stato detto loro (Lc 2,17) – (01/01/2018)
(vai al testo)
 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose (Lc 2,19) – (01/01/2017)
(vai al testo)
 Vinci l'indifferenza e conquista la pace (01/01/2016 - Giornata mondiale della pace)
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 Non più schiavi, ma fratelli (01/01/2015 - Giornata mondiale della pace)
(vai al testo)
 Fraternità, fondamento e via per la pace (01/01/2014 - Giornata mondiale della pace)
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 Beati gli operatoti di pace (01/01/2013 - Giornata mondiale della pace)
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 Educare i giovani alla giustizia e alla pace (01/01/2012 - Giornata mondiale della pace)
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 Libertà religiosa, via per la pace (01/01/2011 - Giornata mondiale della pace)
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Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Noi, nel cammino di fede di Maria (30/12/2022)
  Essere madre, essere figlio (29/12/2021)
  Madre di Dio (30/12/2020)
  Vergine e Madre (30/12/2019)
  L'incarnazione del Verbo riscatta il tempo che svanisce, colorandolo di eterno (30/12/2018)
  Il grande campo della libertà di Dio: la maternità verginale di Maria, la Theotokos (30/12/2017)
  Il Nome per eccellenza: Dio salva (30/12/2016)
  Alimentati dalla benedizione di Dio (30/12/2015)
  La Vergine Madre (30/12/2013)
  Madre dell'unica persona del Verbo di Dio, dono per il mondo (31/12/2012)
  Madre di Dio (30/12/2011)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di Goffredo Boselli (VP 1.2024)
  di Antonio Savone (VP 1.2023)
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
  di Cettina Militello (VP 11.2016)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Luigi Vari (VP 11.2014)
  di Giovanni Cavagnoli (VP 11.2013)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012)
  di Marinella Perroni (VP 11.2011)
  di Marinella Perroni (VP 11.2010)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Claudio Arletti (VP 11.2008)
  di Enzo Bianchi (A)
  di Enzo Bianchi (B)
  di Enzo Bianchi (C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 27 dicembre 2024

Essere nelle cose del Padre


Santa Famiglia (C)
1 Samuele 1,20-22.24-28 • Salmo 83 • 1 Giovanni 3,1-2.21-24 • Luca 2,41-52
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Nella domenica fra l'ottava del Natale la liturgia celebra la festa della Santa Famiglia di Nazaret. Ed è proprio in una famiglia che il Figlio di Dio ha scelto di nascere, crescere e vivere. In una normale famiglia palestinese, con le sue tradizioni familiari e tribali, in una religiosità radicata nei vincoli di sangue, tipica di quell'epoca.
Tuttavia, la venuta del Figlio di Dio in carne d'uomo sconvolge i ritmi e le dinamiche di relazione parentale. Non è la famiglia di sangue il punto di riferimento di Gesù, ma la famiglia dei figli di Dio.
L'episodio evangelico, durante il pellegrinaggio a Gerusalemme per la festa di Pasqua, del comportamento di Gesù, ormai dodicenne, di fermarsi al tempio "senza che i genitori se ne accorgessero", fa emergere che i comportamenti ritenuti tradizionali non sono più sufficienti, anzi generano incomprensione, stupore, angoscia.
La risposta che Gesù dà a suo madre e a Giuseppe non è una frase sbrigativa dettata dall'inesperienza adolescenziale, ma esprime la profonda percezione della propria dignità filiale. Questa risposta, che può risuonare sconcertante agli orecchi di Maria, lo è più ancora per Giuseppe che sente parlare Gesù del "padre" senza un riferimento a sé.
Gesù è cosciente che deve "occuparsi", anzi letteralmente, "essere" nelle cose del Padre. Non è un fare delle cose o delle attività inerenti la sua missione. Gesù percepisce che deve "essere", rimanere proteso verso il Padre (cf. Prologo del Vangelo di Giovanni).
I genitori non comprendono, ma la reazione di Maria continua nel custodire nel cuore le parole udite, per una comprensione futura. Così è della Parola di Dio che ascoltiamo oggi, ma che comprenderemo meglio e a tempo debito domani.
Maria ha fatto questa esperienza. Dopo vent'anni si troverà a perdere nuovamente il figlio, non più fra i dottori nel tempio, ma agonizzante appeso alla croce.
Saranno anche qui tre giorni di angoscia nell'attesa del realizzarsi delle parole del figlio: il terzo giorno risusciterò.
Maria era stata preparata vent'anni prima alla "perdita" di quel figlio che voleva essere fedele alle cose del Padre. E quelle parole dette dal figlio adolescente non erano andate perse, ma avevano plasmato mente e cuore.
Così è anche nella nostra vita all'ascolto della Parola di Dio: si affina il gusto spirituale per le cose di Dio, quelle cose che viviamo nel nostro quotidiano, dove le relazioni familiari non devono ostacolare il disegno che il Padre ha su ciascuno di noi.
Ed è questo il grande compito della famiglia cristiana: i figli generati nella carne e rinati nel battesimo divengano davvero uomini e donne secondo il cuore di Dio.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,52)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Dopo tre giorni trovarono Gesù nel tempio (Lc 2,46) - (30/12/2018)
(vai al testo…)
 Gesù cresceva in sapienza, età e grazia (Lc 2,52) - (27/12/2015)
(vai al testo…)
 Questo è il mio comandamento: che ci amiamo gli uni gli altri (1Gv 3,23) - (30/12/2012)
(vai al testo…)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  La convivenza col divino (2/12/2021)
  Famiglia umana, Famiglia divina (28/12/2018)
  La famiglia, il luogo dove si impara il nome di Dio Amore (26/12/2015)
  Il segno visibile dell'amore del Padre (28/12/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 11.2024)
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Marinella Perroni (VP 10.2012)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Il ritrovamento di Gesù nel tempio, di Bernadette Lopez, 2012)

martedì 24 dicembre 2024

"Lo pose in una mangiatoia"


Natale del Signore
Visualizza i brani delle Letture
Messa nella Vigilia: Isaia 62,1-5 • Salmo 88 • Atti 13,16-17.22-25 • Matteo 1,1-25
Messa della Notte: Isaia 9,1-6 • Salmo 95 • Tito 2,11-14 • Luca 2,1-14
Messa dell'Aurora: Isaia 62,11-12 • Salmo 96 • Tito 3,4-7 • Luca 2,15-20
Messa del Giorno: Isaia 52,7-10 • Salmo 97 • Ebrei 1,1-6 • Giovanni 1,1-18


Appunti per l'omelia

"Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). La Parola eterna del Padre si è resa visibile nella persona di Gesù di Nazaret.
Il Figlio di Dio viene dal cielo nel mondo non come una meteora né si mostra in apparizioni mitiche o fantastiche. No, Dio si incarna, assume la nostra carne!
Dio dimostra con ciò la sua esuberante vitalità senza limiti, sorprendendoci.
Maria depone il Figlio appena partorito in una mangiatoia (cf. Lc 2,7) e gli angeli stessi indicano ai pastori il segno per riconoscere il dono di Dio: "troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia" (Lc 2,12).
Il Figlio di Dio si presenta a noi in uno spazio abitato da animali.
Forse non a caso l'evangelista Luca ci descrive questa scena. Dio scende in mezzo ad una umanità che, per il peccato, ha perso la bellezza dell'immagine del suo Creatore, assomigliando nei suoi comportamenti agli animali.
Esiste infatti una passionalità animale nell'uomo cui cede permettendo al peccato di metter radici in noi. Ed è lì che spesso siamo tentati di ritornarci, come l'animale ritorna sempre alla propria mangiatoia. La mangiatoia esprime in fondo questa nostra condizione. Ed è lì che Maria depone suo Figlio.
Comprendiamo così che l'incarnazione non è soltanto l'assunzione della natura umana, ma la ricerca appassionata dell'uomo peccatore che Dio compie in maniera definitiva, andandolo a collocarsi lì dove sempre il peccatore torna.
Gesù è deposto in una mangiatoia ed è lì che possiamo trovare l'accoglienza di una profonda riconciliazione con Dio.
L'opera di Maria è dunque quella di porre il Figlio nel luogo della nostra notte per illuminarla della luce di questa Natività, nella certezza che Dio ci troverà proprio nel luogo dove noi non lo avremmo mai incontrato.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11) – (25/12/2023)
(vai al testo…)
 Gloria a Dio nel più alto dei cieli (Lc 2,14) – (25/12/2022)
(vai al testo…)
 Oggi, nella città di Davide, è nato per noi il salvatore… (Lc 2,11) – (25/12/2021)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11) – (25/12/2020)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11) – (25/12/2019)
(vai al testo…)
 I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino (Lc 2,16) – (25/12/2018)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per voi un salvatore (Lc 2,11) - (25/12/2017)
(vai al testo…)
 Andiamo… vediamo questo avvenimento (Lc 2,15) - (25/12/2016)
(vai al testo…)
 Andiamo dunque fino a Betlemme (Lc 2,18) - (25/12/2015)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per noi il Salvatore (Lc 2,11) - (25/12/2014)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per noi il Salvatore (Lc 2,11) - (25/12/2013)
(vai al testo…)
 Non temete: vi annuncio una grande gioia (Lc 2,10) – (25/12/2012)
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 Oggi è nato per noi il Salvatore (Lc 2,11) - 25/12/2011)
(vai al testo…)
 Un bambino è nato per noi (Is 9,5) - (25/12/2010)
(vai al testo…)
 La Parola è diventata carne e ha abitato fra noi (Gv 1,14) - (23/12/2009)
(vai al post "Dio, nostro fratello")
 Gloria a Dio nel più alto dei cieli, pace in terra agli uomini che egli ama (Lc 2,14) (Lc 2,14) - (24/12/2008)
(vai al post "Il prodigio dell'amore")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Accogliere il Dono! (23/12/2022)
  Dalla parte degli ultimi (23/12/2021)
  La Luce apportatrice di Vita (23/12/2020)
  Dio ha condiviso tutto di noi (24/12/2019)
  Il vero Natale per noi! (23/12/2018)
  Gli "ultimi" si sono messi in cammino e hanno incontrato Dio (24/12/2017)
  La speranza di un Bambino (23/12/2016)
  Dio entra nel mondo dal punto più basso (23/12/2015)
  Gloria a Dio in cielo; pace agli uomini in terra (23/12/2014)
  Dio si è fatto bambino! (24/12/2013)
 Il mistero dell'umiltà di Dio (24/12/2012)
 Dar vita a Gesù, oggi (23/12/2011)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 11.2024)
  di Goffredo Boselli (VP 11.2023)
  di Antonio Savone (VP 11.2022)
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di Antonio Savone (VP 11.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Cettina Militello (VP 2016)
  di Luigi Vari (VP 2015)
  di Luigi Vari (VP 2014)
  di Giovanni Cavagnoli (VP 2013)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Marinella Perroni (notte, VP 2011)
  di Marinella Perroni (giorno, VP 2011)
  di Marinella Perroni (notte, VP 2010)
  di Marinella Perroni (giorno, VP 2010)
  di Claudio Arletti (notte, VP 2009)
  di Claudio Arletti (giorno, VP 2009)
  di Claudio Arletti (notte, VP 2008)
  di Claudio Arletti (giorno, VP 2008)
  di Enzo Bianchi (vol. anno C, giorno)
  di Enzo Bianchi (vol. anno B, notte)
  di Enzo Bianchi (vol. anno A, aurora)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Natività, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, dicembre 2014)

venerdì 20 dicembre 2024

Due donne adombrate dallo Spirito


4a domenica di Avvento (C)
Michea 5,1-4a • Salmo 79 • Ebrei 10,5-10 • Luca 1,39-45
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

La quarta domenica di Avvento ha Maria come protagonista costante. Siamo passati, nella scora domenica, dalla dimensione pubblica con cui il Battista ci ha invitato ad accogliere il Signore che viene, a quella attuale che la liturgia ci propone: una dimensione intima e familiare di attesa. Il racconto evangelico (cf. Lc 1,39-45) ci presenta due donne in attesa del proprio figlio: Maria ed Elisabetta, la vergine che incontra la sterile. Entrambe sono visitate da Dio, entrambe non possiedono la chiave della vita: Elisabetta già anziana e fuori da ogni possibilità, Maria la ragazza vergine. Entrambe sono raggiunte dalla grazia che tutto rinnova e feconda.
È in questo quadro familiare ed intimo di attesa che ci disponiamo all'imminente natale del Signore. Un momento di contemplazione delle meraviglie di Dio, dove si sperimenta l'adombranza dello Spirito. È lo Spirito Santo che ha fecondato Maria. Ed è lo Spirito Santo che colma di sé Elisabetta che può così esclamare al saluto di Maria: "Benedetta tu fra le donne!".
La benedizione di Dio è attiva nella persona di Maria che lascia in fretta la propria città per recarsi dalla cugina. È vero che rimane con lei fino alla nascita di Giovanni ed è spinta dall'amore che si fa servizio. Ma è pur vero che Maria lascia la sua casa perché spinta dal segno indicato dall'angelo, segno rivelatore che "nulla è impossibile a Dio". Esempio luminoso di un servizio illuminato dallo Spirito, che sospinge Maria a corrispondere sorretta da una fede che è testimonianza di una vita vissuta alla presenza di Dio, in cui ogni segno è indicatore della volontà divina.
Assistiamo all'incontro di due donne raggiunte dalla forza onnipotente di Dio. È Dio infatti l'unico appoggio per Maria che deve affrontare, in un piccolo paese come Nazaret, gli sguardi e le perplessità rivolte ad una ragazza madre. È la beatitudine della fede che riempie la vicenda di Maria e quella di Elisabetta.
Solo in Dio, nell'intelligenza dello Spirito, possiamo comprendere il mistero di un Dio che non si è vergognato di prendere su di sé tutta la nostra umanità malata e segnata dal peccato.
La gioia del Natale, intima e profonda, sta proprio nel cogliere in questo misterioso evento la radice della nostra figliolanza divina.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? (Lc 1,43)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo (Lc 1,42) - (19/12/2021)
(vai al testo…)
 A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? (Lc 1,43) - (23/12/2018)
(vai al testo…)
 Benedetta tu fra le donne (Lc 1,42) - (20/12/2015)
(vai al testo…)
 Beata colei che ha creduto (Lc 1, 45) - (23/12/2012)
(vai al testo…)
 Ha guardato alla bassezza della sua serva (Lc 1,48) - (20/12/2009)
(vai al post "Il modello del nostro servizio")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Nel sussulto dello Spirito (17/12/2021)
  Beato chi crede al compimento della Parola (21/12/2018)
  Natale, noi tutti portatori di Dio (18/12/2015)
  Lì, dove fiorisce la gioia (21/12/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 11.2024)
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Marinella Perroni (VP 10.2012)
  di Claudio Arletti (VP 10.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Maria incontra Elisabetta, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, 2011)

venerdì 13 dicembre 2024

Una domanda importante


3a domenica di Avvento (C)
Sofonia 3,14-17 • Salmo Is 12,2-6 • Filippesi 4,4-7 • Luca 3,10-18
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

"Che cosa dobbiamo fare?" è la domanda che a più riprese viene evidenziata nel brano evangelico di questa terza domenica di Avvento (cf. Lc 3,10-18). È la domanda per eccellenza che ci poniamo nei momenti critici in cui ci sentiamo impotenti e smarriti. Siamo come quella gente che va da Giovanni, di ogni estrazione sociale, gente comune e gente delle strutture pubbliche molto invisa e da cui tenersi lontani.
Tuttavia per tutti sorge la domanda, "e noi cosa dobbiamo fare?", quando sinceramente ci chiediamo quale senso abbia la nostra vita.
L'invito di Giovanni è quello di guardarsi attorno, riconoscersi fratelli di una stessa umanità, e nel nostro vivere quotidiano condividere il nostro di più con chi è nel bisogno o di non prevaricare sulle persone sfruttando la nostra posizione.
È il primo atteggiamento, un preparare nel nostro quotidiano l'animo in attesa che Qualcuno riempia il nostro cuore di quella luce che dà veramente senso alla nostra esistenza.
Allora sì che possiamo accogliere nella gioia l'Atteso della Promessa con quella umiltà che Giovanni ci testimonia. Se lui non si sente degno di sciogliere i lacci dei sandali al Signore che viene, anche per noi, nell'immediata preparazione al Natale, è proposto un tempo opportuno per rimetterci seriamente ai piedi del Maestro per non lasciarci sfuggire il momento dell'incontro.
"Che cosa dobbiamo fare?". Mettiti ad amare senza misura nella letizia che ne consegue, affinché la nostra affabilità sia testimonianza della vicinanza del Signore, certi del dono divino della pace che "supera ogni intelligenza" (cf. Fil 4,4-7; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato (Lc 3,13)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Maestro che cosa dobbiamo fare? (Lc 3,10) - (12/12/2021)
(vai al testo…)
 E noi che cosa dobbiamo fare? (Lc 3,14) - (16/12/2018)
(vai al testo…)
 Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco (Lc 3,16) - (13/12/2015)
(vai al testo…)
  E noi, che cosa dobbiamo fare? (Lc 3,14) - (16/12/2012)
(vai al testo…)
 Rallegratevi sempre nel Signore! (Fil 4,4) - (13/12/2009)
(vai al post "Chiamati alla gioia")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  La gioiosa attesa dell'incontro (10/12/2021)
  Che cosa dobbiamo fare? (14/12/2018)
  Gesù accende la vita e la rende felice (11/12/2015)
  La gioia di incontrarlo nel migliore dei modi (14/12/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 11.2024)
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Marinella Perroni (VP 10.2012)
  di Claudio Arletti (VP 10.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Giovanni risponde agli interroganti, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, dicembre 2018)

venerdì 6 dicembre 2024

Maria, grembo della nuova creazione


Immacolata Concezione della B. V. Maria
Genesi 3,9-15.20 • Salmo 97 • Efesini 1,3-6.11-12 • Luca 1,26-38
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La solennità odierna celebra l'evento prodigioso della concezione immacolata di Maria. In Maria si concretizza l'instancabile progetto di Dio di riportare l'uomo, la sua creatura prediletta, alla sua originaria bellezza.
La liturgia della Parola ci permette di scorgere questo percorso, che iniziò col drammatico interrogativo di Dio ad Adamo: "Dove sei?" (Gen 3,9), e termina col consenso pieno di Maria: "Eccomi!" (Lc 1,38).
Maria non ambisce "essere come Dio"(cf. Gen 3,5), bensì cogliere nel suo essere la "serva del Signore" (cf. Lc 1,36) la piena realizzazione di sé. In questo sta la vera grandezza di Maria: appartenere totalmente a Dio.
Se col peccato dei progenitori è iniziato un percorso di separazione da Dio, contemporaneamente è iniziato l'instancabile cammino di Dio alla ricerca della creatura perduta. Questi due cammini che sembrano divergere l'uno dall'altro per l'uso errato da parte dell'uomo della libertà, trovano il punto di incontro nel dono di un cuore nuovo. Se la fiducia del Creatore riposta nel primo Uomo è stata infranta, ora, in questa instancabile ricerca della sua creatura, il Padre pone la fiducia sull'Uomo nuovo, il Figlio, che prende carne nel grembo immacolato della fanciulla di Nazaret.
In Maria finalmente l'umanità smarrita incontra il suo Creatore. Nel cuore senza macchia, perché lascia trasparire tutta la luce della Trinità, si rinnovano le radici di una nuova creazione.
Maria diventa allora icona di una speranza concreta contro la perfidia del serpente.
Guardando a Maria, l'immacolata, ogni creatura può entrare in questo nuovo progetto, dove poter partecipare della sua immacolatezza secondo il piano originario di Dio che ci vuole "santi e immacolati nella carità" per essere "lode e gloria" del suo Creatore (cf. Ef 1,3-6.11-12; II lettura).
È la carità, diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito, che ci ricostituirà nella nostra primitiva condizione, fatti in Gesù nuove creature, nel grembo della Madre.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio (Lc 1,30)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (breve commento e una testimonianza):
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(vai al testo…) - 8/12/2023)
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38)
(vai al testo…) - 8/12/2022)
Nulla è impossibile a Dio (Lc 1,37)
(vai al testo…) - 8/12/2021)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(vai al testo…) - 8/12/2020)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(vai al testo…) - 8/12/2019)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(vai al testo…)- 8/12/2018)
Avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,35)
(vai al testo…) - 8/12/2016)
Lo Spirito Santo scenderà su di te (Lc 1,35)
(vai al testo…) - 8/12/2015)
Rallegrati, piena di grazia (Lc 1,29)
(vai al testo…) - 8/12/2014)
Rallegrati, piena di grazia (Lc 1,29)
(vai al testo…) - 8/12/2013)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
Il Signore è con te! (7/12/2022)
Il disegno originario del Padre (7/12/2021)
«Hai trovato grazia presso Dio» (6/12/2020)
Entriamo nella scia di Maria (6/12/2019)
L'Immacolata Concezione: la festa del cuore nuovo (7/12/2018)
Maria Immacolata: trasparenza vera nel dialogo con Dio (7/12/2017)
In Maria si congiunge il Cielo e la Terra (7/12/2016)
Dio ci chiama ad aprirci alla gioia (6/12/2015)
Resi immacolati dalla carità (6/12/2014)
Maria, il nostro "dover essere" (6/12/2013)
Il sogno di Dio (6/12/2012)

Riamando ad altri post sulla Solennità odierna, a suo tempo pubblicati:
Madre di Dio (7/12/2010)
Maria, Fiore dell'umanità (8/12/2009)
Immacolati nella carità (7/12/2008)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 11.2024)
  di Goffredo Boselli (VP 11.2023)
  di Antonio Savone (VP 11.2022)
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di Antonio Savone (VP 11.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Cettina Militello (VP 10.2016)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Luigi Vari (VP 10.2014)
  di Giovanni Cavagnoli (VP 10.2013)
  di Marinella Perroni (VP 10.2012)
  di Marinella Perroni (VP 10.2011)
  di Marinella Perroni (VP 10.2010)
  di Claudio Arletti (VP 10.2009)
  di Claudio Arletti (VP 10.2008)
  di Enzo Bianchi (vol. anno A)
  di Enzo Bianchi (vol. anno B)
  di Enzo Bianchi (vol. anno C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

domenica 1 dicembre 2024

L'agire "oltre" di Dio


Parola di Vita – Dicembre 2024
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37)

Siamo al racconto dell'Annunciazione. L'angelo Gabriele si reca da Maria di Nazaret per farle conoscere i piani di Dio su di lei: concepirà e darà alla luce un figlio, Gesù, che «sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo» [1].
L'episodio si colloca in continuità con altri eventi dell'Antico Testamento che hanno portato, in donne sterili o molto anziane, a nascite prodigiose i cui figli avrebbero dovuto svolgere un compito importante nella storia della salvezza. Qui, Maria, pur volendo aderire in piena libertà alla missione di diventare la madre del Messia, si domanda come potrà succedere, essendo lei una vergine.
Gabriele le garantisce che non sarà opera di uomo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra» [2]. E aggiunge: «Nulla è impossibile a Dio» [3].

«Nulla è impossibile a Dio».

Questa rassicurazione, che sta a significare che nessuna dichiarazione o promessa di Dio rimarrà inadempiuta – perché non c'è niente di impossibile per lui – può anche essere formulata in questo modo: nulla è impossibile con Dio.
Infatti, la sfumatura del testo greco "con, o vicino, o insieme a Dio", mette in luce la sua vicinanza all'uomo. È all'essere umano o agli esseri umani che, quando sono insieme a Dio e liberamente aderiscono a lui, nulla è impossibile.

«Nulla è impossibile a Dio».

Come mettere in pratica questa parola di vita? Innanzitutto, credendo con grande confidenza che Dio può agire anche dentro e al di là dei nostri limiti e debolezze, come pure nelle condizioni più oscure della vita.
È stata l'esperienza di Dietrich Bonhoeffer che durante la prigionia che lo condurrà al supplizio, scriveva: «Dobbiamo immergerci sempre di nuovo nel vivere, parlare, agire, soffrire e morire di Gesù per riconoscere ciò che Dio promette e adempie. È certo […] che per noi non esiste più niente di impossibile, perché nulla di impossibile esiste per Dio; […] è certo che noi non dobbiamo pretendere nulla e che tuttavia possiamo chiedere ogni cosa; è certo che nella sofferenza è nascosta la nostra gioia e nella morte la nostra vita… A tutto questo Dio ha detto "sì" ed "amen" in Cristo. Questo "sì" e questo "amen" sono il solido terreno sul quale noi stiamo» [4].

«Nulla è impossibile a Dio».

Nel cercare di superare l'apparente "impossibile" delle nostre insufficienze, per raggiungere il "possibile" di una vita coerente, un ruolo determinante lo svolge la dimensione comunitaria che si sviluppa là dove i discepoli, vivendo tra loro il comandamento nuovo di Gesù, si lasciano abitare, singolarmente ed insieme, dalla potenza del Cristo risorto.
Scriveva Chiara Lubich nel 1948 ad un gruppo di giovani religiosi: «E avanti! Non con la nostra forza, meschina e debole, ma con l'onnipotenza dell'unità. Ho costatato, toccato con mano che Dio fra noi compie l'impossibile: il miracolo! Se noi resteremo fedeli alla nostra consegna […] il mondo vedrà l'unità e con essa la pienezza del Regno di Dio» [5].
Anni fa, quando ero in Africa, spesso incontravo dei giovani che volevano vivere da cristiani e che mi raccontavano delle molte difficoltà con le quali si scontravano quotidianamente nel loro ambiente, per rimanere fedeli agli impegni della fede e agli insegnamenti del vangelo.
Ne parlavamo per ore e, alla fine, arrivavamo sempre alla stessa conclusione: «Da soli è impossibile ma, insieme, ce la possiamo fare». Lo garantisce anche Gesù stesso quando promette: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome (nel mio amore), lì sono io in mezzo a loro» [6]. E con lui tutto è possibile.

A cura di Augusto Parody Reyes
e del team della Parola di vita


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[1] Lc 1,32.
[2] Ibid, 35.
[3] Ibid, 37.
[4] D. Bonhoeffer, Resistenza e resa, ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 1988, p. 474. Dietrich Bonhoeffer (1906-1945) è stato un teologo e pastore luterano tedesco, protagonista della resistenza al Nazismo
[5] C. Lubich, Lettere dei primi tempi. Città Nuova, Roma 2010, p. 164.
[6] Cf. Mt 18,20.


venerdì 29 novembre 2024

Vigilare con cuore libero da zavorra


1a domenica di Avvento (C)
Geremia 33,14-16 • Salmo 24 • 1 Tessalonicesi 3,12-4,2 • Luca 21,25-28.34-36

(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Con questa domenica, 1a di Avvento, iniziamo il nuovo anno liturgico. Avvento, che significa Venuta, di Qualcuno di cui siamo in attesa: alla fine del tempo e nella memoria della nascita del Figlio di Dio a Betlemme nella nostra carne mortale, realizzazione delle promesse antiche quando "germoglierà un germoglio giusto che eserciterà il giudizio e la giustizia" (cf. Ger 33,14-16; I lettura).
Il vangelo proposto per questa prima domenica riprende il tema escatologico della penultima domenica dell'anno liturgico appena concluso. Un anno che si apre così come si è chiuso il precedente: è l'attesa dell'incontro col Signore risorto. Questo è lo scorrere del tempo che ci fa rivivere le cose dello Spirito senza ripetersi.
Ora i segni della venuta del Signore (di tutte le sue venute) non sono eclatanti. Egli viene "nella nube". Ed è nella nube che si manifesta la presenza di Dio. Lui non si dà a noi in maniera diretta, moriremmo! E se Gesù verrà con "grande potenza e gloria", questa non si manifesterà, come il modo di manifestarsi del mondo, in qualcosa di sfavillante. La nube manifesta nascondendo, come è avvenuto nella Trasfigurazione sul monte.
Questo è il momento in cui siamo chiamati a dare la nostra adesione, non nell'angoscia e nella paura come quelli che non hanno speranza, ma alzando il capo, certi della nostra liberazione (cf. Lc 21,26.28).
Occorre essere pronti, vegliando "in ogni momento pregando". È necessario quindi che i nostri cuori "non si appesantiscano".
Gesù indica tre cause di appesantimento del cuore: dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita (cf. Lc 21,34).
Le dissipazioni sono tutte quelle abitudini che non aiutano, sono gli attaccamenti, le energie sprecate che dissipano il cuore, appesantendolo.
Le ubriachezze indicano l'uso sfrenato dei beni terreni fino a diventare schiavi del vizio e delle dipendenze, come anche il nostro sfrenato desiderio di evadere in qualsiasi modo per lo stress quotidiano.
Gli affanni della vita poi non sono certo quelle preoccupazioni di cui ci lamentiamo spesso. È quell'idolatria di noi stessi, sono quelle preoccupazioni eccessive che sanno di autoreferenzialità, dove ci si sente indispensabili (anche nelle "cose sante"), e tutto gira intorno a noi, avvelenando le genuine relazioni che invece dovrebbero aiutarci ad avere la serenità del cuore.
Vegliare, quindi! Diversamente rischiamo che tutto "ci piombi addosso come un laccio".
Vegliare, chiedendo al Signore che ci "faccia crescere e sovrabbondare nell'amore vicendevole e verso tutti, per rendere saldi i nostri cuori e irreprensibili davanti a Dio" (cf. 1Ts 3,12-4.2; II lettura).
Vigila chi è sempre nell'amore!

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina (Lc 21,28)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Vegliate in ogni momento pregando (Lc 21,36) - (28/11/2021)
(vai al testo…)
 La vostra liberazione è vicina (Lc 21,28) - (02/12/2018)
(vai al testo…)
 State attenti... che i vostri cuori non si appesantiscano (Lc 21,34) - (29/11/2015)
(vai al testo…)
 Vegliate in ogni momento (Lc 21,36) - (02/12/2012)
(vai al testo…)
 Fammi conoscere, Signore, le tue vie (Sal 24,4) - (29/11/2009)
(vai al post "L'attesa…")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il compimento della storia (26/11/2021)
  Un momento che si rinnova sempre (30/11/2018)
  Il tempo in cui Dio viene… ed è vicino come il respiro (27/11/2015)
  Nell'attesa di quel Giorno (30/11/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 11.2024)
  di Antonio Savone (VP 10.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Marinella Perroni (VP 9.2012)
  di Claudio Arletti (VP 9.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Vegliate in ogni momento pregando, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2018)

venerdì 22 novembre 2024

Una regalità al servizio della verità


34a domenica del Tempo Ordinario (B)
Daniele 7,13-14 • Salmo 92 • Apocalisse 1,5-8 • Giovanni 18,33-37
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

L'ultima domenica dell'anno liturgico celebra la regalità di Gesù, Re dell'universo.
"Sei tu il re dei Giudei?" chiede Pilato a Gesù. Certo un re non si presenta così, in catene. E dalle parole di Pilato si può cogliere una malcelata ironia.
Ma nel dialogo tra il procuratore romano e Gesù, che in partenza appare già come condannato a morte, si svela tutta la verità di un regno che non è di questo mondo, di due modi di regnare antitetici.
I regni di questo modo si basano sulla legge del più forte, dove i più deboli sono schiacciati e gli indifesi vengono coperti da un velo di oblio, perché è "politicamente corretto" la soppressione di innocenti nel grembo materno o il massacro di inermi per la mania di potere.
Il regno di Gesù è innanzitutto un servizio alla verità, che non è quella del mondo. Abbiamo un re che non si presenta con una schiera di sostenitori. Gesù non è "il re del Giudei". È semplicemente Re! Per questo si offre come inerme Signore che sostiene e accoglie la nostra fragilità, al contrario dei potenti di turno.
Ora tocca a ciascuno di noi lasciarlo libero di entrare in relazione d'amore nella nostra vita.
Lui è il re che serve e non il re che è servito. La verità di cui Gesù è testimone e martire è identificabile con ciò che non passa e introduce nell'eterno.
Per questo il suo regno ci rende liberi.
Ognuno che si riconosce chiamato per nome da questo re entra nella dimensione che va oltre le dure tensioni di questo mondo. Non perché le evade, ma perché le soffre dal di dentro, facendosi testimone di un modo nuovo di viverle.
Certo, la storia sembra un groviglio di contraddizioni e un gioco scandaloso fra potenze e superpotenze. Eppure il Signore della storia agisce pazientemente e sapientemente, e aspetta dai suoi discepoli una risposta da che parte stare.
"Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Il mio regno non è di questo mondo (Gv 18,36)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce (Gv 18,37) - (21/11/2021)
(vai al testo…)
 Tu lo dici: io sono re (Gv 18,37) - (25/11/2018)
(vai al testo…)
 Sono venuto… per dare testimonianza alla verità (Gv 18,37) - (22/11/2015)
(vai al testo…)
 Il mio regno non è di questo mondo (Gv 18,36) - (18/11/2012)
(vai al testo…)
 La santità si addice alla tua casa (Sal 92,5) - (22/11/2009)
(vai al post "Quale regno…")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il dono della vita, la verità della regalità (19/11/2021)
  Un regno fuori del mondo che dà senso al mondo (23/11/2018)
  La regalità di Cristo, pienezza di umanità (20/11/2015)
  Il vero Re, colui che serve e muore per amore (23/11/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 10.2024)
  di Antonio Savone (VP 10.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 10.2018)
  di Luigi Vari (VP 9.2015)
  di Marinella Perroni (VP 9.2012)
  di Claudio Arletti (VP 9.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Gesù di fronte a Pilato, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2015)

venerdì 15 novembre 2024

La Parola che non passa


33a domenica del Tempo Ordinario (B)
Daniele 12,1-3 • Salmo 15 • Ebrei 10,11-14.18 • Marco 13,24-32
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

I toni apocalittici dei testi della prima lettura (cf. Dn 12,1-3) e del vangelo (cf. Mc 13,24-32) di questa domenica contraddistinguono la fine dell'anno liturgico. È l'invito ad essere vigilanti nell'attesa. Il Signore viene!
Anche ciò che ci sembra stabile ed immutabile come il sole e il firmamento stellato, avrà un termine. Solo la Parola di Dio rimane, quella Parola che segna il destino della storia e, come una stella polare, ne orienta il cammino.
La fine è descritta da Marco con toni apocalittici, tuttavia l'intento di Gesù non è quello di rivelare come sarà la fine, ma di dirci qual è il fine dell'universo. La storia è come la pianta del fico che, mettendo le prime gemme, preannuncia l'estate vicina. Così il destino della storia è quello di giungere alla sua fioritura, alla stagione della maturazione e del raccolto.
Ora è il tempo dell'attesa. Chi ama attende sempre con speranza la persona amata; ed è proprio questa attesa che riempie di senso la sua vita: il Signore è "il Veniente" (cf. Ap 1,4), è l'atteso.
"Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno" (Mc 13,31) sono le parole di Gesù, che oggi più che mai risuonano di stringente attualità. La vita di questa nostra società secolarizzata, che vive senza sentire il bisogno di Dio, non è più illuminata dal messaggio evangelico, come se la testimonianza dei cristiani si fosse oscurata.
Ora, vegliare nell'attesa del Figlio dell'uomo che viene "sulle nubi del cielo", altro non significa se non credere che il Vangelo è ancora l'avvenire dell'umanità. Il Figlio unigenito, cioè la Parola di Dio incarnata, è Lui che è venuto, non perché avessimo il senso della vita, ma perché avessimo la vita, e questa in abbondanza (cf. Gv 10,10). Il Vangelo non è fatto per dare senso alla vita, ma per essere la nostra stessa vita, quella vita evangelica che sconcerta ogni sapienza umana, quella che è scandalo per gli occhi di questo mondo.
"Le mie parole non passeranno" significa per noi credenti che la vita di Gesù non ha ancora esaurito il suo significato. L'umanità è in cammino verso il destino finale. Il non sapere il quando avverrà - e il rivelarlo non è nella missione che il Padre ha affidato al Figlio (cf. Mc 13.32) – ci mette nella condizione di vivere quell'attesa fiduciosa e amorosa di Colui che ha dato la vita per noi per ricondurci nel cuore del Padre.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte (Mc 13,29)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (Mc 13,31) - (14/11/2021)
(vai al testo…)
  l Figlio dell'uomo radunerà i suoi eletti (Mc 13,27) - (18/11/2018)
(vai al testo…)
 … ma le mie parole non passeranno (Mc 13,31) - (15/11/2015)
(vai al testo…)
 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (Mc 13,31) - (18/11/2012)
(vai al testo…)
 Mi indicherai il sentiero della vita (Sal 15,11) - (15/11/2009)
(vai al post "La via dll'amore")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  L'attesa dell'incontro (12/11/2021)
  È Lui che viene! (16/11/2018)
  Il tesoro di bontà presente nel nostro tempo (13/11/2015)
  L'incontro definitivo, il futuro che ci attende (16/11/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 10.2024)
  di Antonio Savone (VP 10.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 10.2018)
  di Luigi Vari (VP 9.2015)
  di Marinella Perroni (VP 9.2012)
  di Claudio Arletti (VP 9.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Vedranno il Figlio dell'uomo sulle nubi, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2018)

venerdì 8 novembre 2024

Godere dello sguardo di Dio


32a domenica del Tempo Ordinario (B)
1 Re 17,10-16 • Salmo 145 • Ebrei 9,24-28 • Marco 12,38-44
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

L'episodio della vedova povera che dona il tutto per vivere nel tesoro del tempio è oggetto dell'insegnamento di Gesù che chiama a sé i suoi discepoli e spiega loro il significato del gesto di quella donna (cf. Mc 12,38-44).
Ella ha gettato "due monetine, che fanno un soldo …tutto quello che aveva per vivere". È un'offerta insignificante per le esigenze del culto, del sacrificio quotidiano.
Spesso quando noi offriamo qualcosa pensiamo che questa possa essere utile. Ma per la vedova non è così. All'apparenza è un gesto insignificante e sconsiderato, contro ogni buon senso. La sua offerta è semplicemente un atto di pura fede. È un gesto che vuol significate che la sua vita è totalmente nelle mani di Dio, a Lui affidata.
Noi, anche quando offriamo, sappiamo di che vivere, dove dormire, di che sostenerci ben oltre il necessario. La vedova, dopo aver gettato gli ultimi due spiccioli (cioè la propria vita), non ha altro che il Padre. È sola al mondo, ed è semplicemente nelle mani del suo Dio.
Possiamo mai comprendere il gesto di questa vedova?
Eppure Gesù, dopo aver messo in guardia dal guadarsi dalla ipocrita arroganza dei farisei che fanno di tutto per essere ammirati dalla gente divorando i beni delle vedove, pone la vedova come modello per i suoi discepoli.
Si comprende allora che il discepolo è colui che dà tutto di sé, che dona tutto se stesso a Dio, non ostentando la propria donazione per il Regno.
La donna rimane nell'anonimato più totale, ma vista solo dal Figlio di Dio, mentre i farisei sono orgogliosi di essere visti dagli uomini più che di essere visti da Dio. Sembra che Gesù sia più irritato dall'esibizionismo che dall'avarizia.
È una grande tentazione per noi il non poter avere sufficiente visibilità: se non mi sento visto abbastanza e se non appaio sufficientemente presentabile agli occhi degli altri, mi sovrasta la paura di non essere più me stesso, di non esistere.
Anche nel nostro cammino di fede vorremmo fare di più e non dare a Dio solo il nostro "superfluo", briciole della nostra vita. Non è questo che importa a Dio. Occorre piuttosto credere che Qualcuno ha già posto lo sguardo su di noi. È lo sguardo di Dio che nella sua tenerezza di Padre ci libera dalla paura di non essere, dalla paura di morire.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri (Mc 12,43)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 …Vi gettò due monetine, che fanno un soldo (Mc 12,42) - (07/11/2021)
(vai al testo…)
 Questa vedova… ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri (Mc 12,43) - (11/11/2018)
(vai al testo…)
 Una vedova povera, vi gettò due monetine (Mc 12,42) - (08/11/2015)
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 Questa vedova, povera, ha dato più di tutti gli altri (Mc 12,43) - (11/11/2012)
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 Il Signore è fedele per sempre (Sal 145) - (08/11/2009)
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Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il dono totale di sé (05/11/2021)
  Il dono più prezioso (09/11/2018)
  È il cuore la misura del nostro dare (06/11/2015)
  La "vedova" ci insegna… (09/11/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 10.2024)
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(Immagine: L'obolo della vedova, >, di Bernadette Lopez, 2021)

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