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lunedì 21 marzo 2022

«Non stanchiamoci di fare il bene…» [3]


Riprendo la rilettura del Messaggio di papa Francesco, dove siamo invitati, con le parole di san Paolo a "non stancarci di fare il bene" per una mietitura che non ci mancherà (cf. Gal 6,9-10a).

Se in verità non potremo vedere tutti i frutti della nostra semina, noi seminiamo, anzi il Padre semina in noi e con noi, per raccogliere a suo tempo frutti che non periscono.
Se la Parola è accolta ed è fatta fruttificare nella nostra vita, allora sarà essa ad aprirci orizzonti nuovi, di vita piena, orizzonti che hanno sapore di eternità. Ci porterà alla comprensione che se la vita si costruisce qui su questa terra, ha il suo compimento in Cielo. La Parola infatti "ci annuncia che la mietitura più vera è quella escatologica, quella dell'ultimo giorno, del giorno senza tramonto".
Il vero frutto di ciò che il Seminatore ha seminato sarà una vita piena: "il frutto compiuto della nostra vita e delle nostre azioni è il «frutto per la vita eterna» (Gv 4,36), che sarà il nostro «tesoro in cielo» (Lc 12,33; 18,22)". Sarà una vita piena, soprattutto perché non solitaria, ma fatta in comunione coi nostri fratelli e sorelle, in un comune cammino verso la casa che ci attende nel cuore della Trinità.
Sappiamo bene però che il seme per dare frutto deve morire, come ci ricorda Gesù nel vangelo. Lui il Seme "che muore nella terra e fruttifica" nel "mistero della sua morte e risurrezione".
C'è un modo privilegiato dove questo seme seminato in noi può portare frutto: è quando noi moriamo per amore nel fratello, facendoci uno con lui, condividendo ogni cosa, bella o meno bella. È un morire in noi per risorgere in Cristo Gesù. Questo esercizio quotidiano mantiene viva la nostra fede nella "risurrezione del nostro corpo". San Paolo ce lo ricorda: il nostro corpo "è seminato nella corruzione, risorge nell'incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale (1Cor 15,42-44)".
Questa è la speranza che ci anima e ci spinge con coraggio, con la forza dello Spirito, a donare la nostra vita a Dio nei nostri fratelli, nella sua volontà. Uniti a Cristo nella sua morte, saremo "uniti alla sua risurrezione per la vita eterna". È il nostro meraviglioso destino: splendere "come il sole nel regno del Padre" (Mt 13,432)".

Nota: I virgolettati sono tratti dal testo del Messaggio.

(Immagine: Se il chicco di grano non muore…, di Bernadette Lopez, 2018)

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