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domenica 13 marzo 2022

Costruire la pace col perdono


"Per rimuovere il pericolo della guerra - scriveva Igino Giordani - occorre rimuovere lo spirito di aggressione e sfruttamento ed egoismo dal quale la guerra viene: occorre ricostruire una coscienza". La Parola di Vita proposta per questo mese di ottobre 2022 ci invita a mettere in pratica quanto ripetiamo ogni giorno nella preghiera del Padre nostro: "Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori". Occorre ricostruire una coscienza. Ma come si fa a perdonare? Riporto a questo proposito uno scritto di Chiara Lubich.

«Perdonare. Perdonare sempre. Il perdono non è dimenticanza che spesso significa non voler guardare in faccia la realtà. Il perdono non è debolezza, e cioè non tener conto di un torto per paura del più forte che l'ha commesso. Il perdono non consiste nell'affermare senza importanza ciò che è grave, o bene ciò che è male. Il perdono non è indifferenza. Il perdono è un atto di volontà e di lucidità, quindi di libertà, che consiste nell'accogliere il fratello così com'è, nonostante il male che ci ha fatto, come Dio accoglie noi peccatori, nonostante i nostri difetti. Il perdono consiste nel non rispondere all'offesa con l'offesa, ma nel fare quanto Paolo dice: "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci col bene il male" (Rm 12, 21).
Il perdono consiste nell'aprire a chi ti fa del torto la possibilità d'un nuovo rapporto con te, la possibilità quindi per lui e per te di ricominciare la vita, d'aver un avvenire in cui il male non abbia l'ultima parola.
(…) È dunque prima di tutto con gli altri tuoi fratelli nella fede che devi comportarti così: in famiglia, sul lavoro, a scuola o, se vi fai parte, nella tua comunità.
Lo sai come spesso si vuole compensare con un atto, con una parola corrispondente, l'offesa subita. Sai come per diversità di carattere, o per nervosismo, o per altre cause, le mancanze di amore sono frequenti fra persone che vivono insieme. Ebbene ricordati che solo un atteggiamento di perdono, sempre rinnovato, può mantenere la pace e l'unità tra fratelli.
Avrai sempre la tendenza a pensare ai difetti dei tuoi fratelli, a ricordarti del loro passato, a volerli diversi da come sono… Occorre che tu faccia l'abitudine di vederli con occhio nuovo e nuovi loro stessi, accettandoli sempre e subito e fino in fondo, anche se non si pentono.
Dirai: "Ma ciò è difficile". Si capisce. Ma qui è il bello del cristianesimo. Non per nulla sei alla sequela di un Dio che, spegnendosi in croce, ha chiesto perdono a suo Padre per chi gli aveva dato la morte».

(Chiara Lubich, in Parole di Vita, Città Nuova, 2017, pag. 218-219)

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