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lunedì 28 marzo 2022

«Non stanchiamoci di fare il bene…» [6]


Riprendo la rilettura del Messaggio di papa Francesco, dove siamo invitati, con le parole di san Paolo a "non stancarci di fare il bene" per una mietitura che non ci mancherà (cf. Gal 6,9-10a).

"Non stanchiamoci di fare il bene…".
Nel cammino ci si stanca, alle volte si pensa di non farcela. Eppure non siamo soli in questa lotta. Il Signore è sempre con noi, anche se, per la polvere che ricopre il nostro cuore o la nebbia che offusca la nostra vista, ci sembra che gli piaccia starci lontano, non farsi sentire. Eppure è lì! Presente in noi, presente nei nostri fratelli.
L'orgoglio che sempre ci tarpa l'anima è come una tenaglia che ci tiene ripiegati su noi stessi. Abbiamo bisogno di riconciliarci con noi stessi per aprirci alla riconciliazione col Padre che "non si stanca mai di perdonare".
Allora, "non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della Riconciliazione".
La "concupiscenza" è come una calamita che ci tiene legati al nostro ego, a un continuo ripiegarci su noi stessi, mettendo in risalto "quella fragilità che spinge all'egoismo e ad ogni male".
Occorre uscire da noi stessi, dal nostro narcisismo, dal nostro ripiegarci su noi stessi, spesso resi dipendenti dai mezzi digitali che ci attirano, ci isolano con l'illusione di essere in contatto con il mondo intero. È un'insidia reale. Questo periodo di Quaresima ci sprona a "coltivare una più integrale comunicazione umana fatta di «incontri reali», a tu per tu". Quanto spesso liquidiamo un rapporto con una semplice chat, un messaggino sul cellulare, quando invece occorrerebbe aprire la comunicazione reale, sentire la voce dell'altro, vedersi negli occhi. Non siamo fatti per incontri virtuali, ma per incontri reali.
D'altro canto non possiamo dire di aver incontrato il Signore se non lo percepiamo realmente nel nostro intimo e nell'incontro con i fratelli. E nel nostro annuncio di speranza e di luce a cui siamo chiamati, anche noi dobbiamo poter dire, anche se in modo diverso, «ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi» (cf. 1Gv 1,1.3).

Nota: I virgolettati sono tratti dal testo del Messaggio.

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