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mercoledì 5 marzo 2025

Nel segreto del cuore


"Ritornate a me con tutto il cuore…", "Laceratevi il cuore e non le vesti" (cf. Gl 2,12.13).
"Il Padre tuo che vede nel segreto…" (cf. Mt 6,4.5.18).
L'invito alla conversione, all'inizio di questa Quaresima, è soprattutto una conversione del cuore, non con manifestazioni esteriori. Il cuore… da dove nascono i nostri propositi di adesione alla volontà del Padre.
"Lacerarsi il cuore" comporta purificarlo da ogni attaccamento che non sia il cuore del Padre. E Lui, nel segreto del nostro cuore, ci riempirà della sua presenza.
Questa Quaresima è un invito ad una unione più profonda con Dio, nel metterlo al primo posto nel mio cuore, senza attaccamenti.
"Nel segreto" il Padre vede… L'invito alla carità, alla preghiera e al digiuno, quali pratiche raccomandate in questo periodo, non sono altro che amare Lui con tutto il cuore, cioè con tutto noi stessi, nel prossimo che incontro, nel mio vivere quotidiano.
Se mi sono fermato su me stesso, ora è il "momento favorevole" per riprendermi e risvegliarmi dal torpore che spesso accompagna le mie giornate.
Ricominciare è un'arte che si impara ogni giorno, ed è l'unica che mi assicura che il mio credere all'amore del Padre è una cosa che veramente interessa e coinvolge la mia vita.
Chiedo di poter "ascoltare la voce del Signore" per non "indurire il mio cuore" (cf. Sal 94), ma allargarlo nella misura del cuore di Gesù, in cui risiede ogni tesoro di grazia.

sabato 1 marzo 2025

Vederci con gli occhi del cuore


Parola di Vita – Marzo 2025
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?» (Lc 6, 41)

Disceso dalla montagna, dopo una notte di preghiera, Gesù sceglie i suoi apostoli. Giunto in un luogo pianeggiante rivolge loro un lungo discorso che inizia con la proclamazione delle Beatitudini.
Nel testo di Luca, a differenza del vangelo di Matteo, esse sono solo quattro e riguardano i poveri, gli affamati, i sofferenti e gli afflitti, con l'aggiunta di altrettanti ammonimenti contro i ricchi, i sazi e gli arroganti [1].
Di questa predilezione di Dio nei confronti degli ultimi, Gesù ne fa la sua missione quando, nella sinagoga di Nazareth [2], afferma di essere pieno dello Spirito del Signore e di portare ai poveri il lieto annuncio, la liberazione ai prigionieri e la libertà agli oppressi.
Gesù continua esortando i discepoli ad amare perfino i nemici [3]; messaggio che trova la sua motivazione ultima nel comportamento del Padre celeste: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6, 36).
Tale affermazione è anche il punto di partenza di quanto segue: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati» (Lc 6, 37). Poi Gesù ammonisce tramite un'immagine volutamente sproporzionata:

«Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?».

Gesù conosce veramente il nostro cuore. Quante volte nella vita di ogni giorno facciamo questa triste esperienza: è facile criticare – anche con rigore – in un fratello o in una sorella errori e debolezze senza tenere conto che, così facendo, ci attribuiamo una prerogativa che appartiene a Dio solo.
Il fatto è che per "toglierci la trave" del nostro occhio ci occorre quell'umiltà che nasce dalla consapevolezza di essere peccatori continuamente bisognosi del perdono di Dio. Solo chi ha il coraggio di accorgersi della propria "trave", di ciò di cui ha personalmente bisogno per convertirsi, potrà comprendere senza giudicare, senza esagerare, le fragilità e le debolezze proprie e degli altri.
Tuttavia, Gesù non invita a chiudere gli occhi e a lasciar correre le cose. Lui vuole che i suoi seguaci si aiutino vicendevolmente nel progredire sulla via di una vita nuova. Anche l'apostolo Paolo chiede con insistenza di preoccuparsi degli altri: di correggere gli indisciplinati, di confortare i pusillanimi, di sostenere i deboli, di essere pazienti con tutti [4]. Solo l'amore è capace di un simile servizio.

«Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?».

Come mettere in pratica questa parola di vita? Oltre a quanto già detto, cominciando da questo tempo di Quaresima possiamo chiedere a Gesù d'insegnarci a vedere gli altri come li vede lui, come li vede Dio. E Dio vede con gli occhi del cuore perché il Suo è uno sguardo d'amore. Poi, per aiutarci reciprocamente potremmo ripristinare una pratica che fu determinante per il primo gruppo di ragazze dei Focolari a Trento.
«Agli inizi - così Chiara Lubich ad un gruppo di amici musulmani - non era sempre facile vivere la radicalità dell'amore. […] Anche fra noi, sui nostri rapporti, poteva posarsi la polvere, e l'unità poteva illanguidire. Ciò accadeva, ad esempio, quando ci si accorgeva dei difetti, delle imperfezioni degli altri e li si giudicava, per cui la corrente d'amore scambievole si raffreddava. Per reagire a questa situazione abbiamo pensato un giorno di stringere un patto fra noi e lo abbiamo chiamato "patto di misericordia". Si decise di vedere ogni mattina il prossimo che incontravamo – a casa, a scuola, al lavoro, ecc. – nuovo, non ricordandoci affatto dei suoi difetti ma tutto coprendo con l'amore. […] Era un impegno forte, preso da tutte noi insieme, che aiutava ad essere sempre primi nell'amare, a imitazione di Dio misericordioso, il quale perdona e dimentica» [5].

A cura di Augusto Parody Reyes
e del team della Parola di Vita.


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[1] Cf. Lc 6,20-26.
[2] Cf. Lc 4,16-21.
[3] Cf. Lc 6,27-35
[4] Cf. 1Ts 5,14.
[5] C. Lubich, L'amore al prossimo, Conversazione con gli amici musulmani, Castel Gandolfo, 1° novembre 2002. Cf. C. Lubich, L'Amore reciproco, Città Nuova, Roma 2013, pp. 89-90.

Fonte: https://www.focolaritalia.it
Immagine: Foto di Yan Krukov Pexelsdal, dal sito www.focolare.org


venerdì 28 febbraio 2025

Dalla sovrabbondanza del cuore


8a domenica del Tempo ordinario (C)
Siracide 27,4-7 • Salmo 91 • 1 Corinzi 15,54-58 • Luca 6,39-45
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Ogni albero si riconosce dal suo frutto", come dal tesoro del proprio cuore si può "tirar fuori" il bene o il male; e le parole che pronunciamo esprimono ciò che abbiamo nel nostro intimo, perché "la bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda" (cf. Lc 6,44-45).
Dal cuore, che è il centro, il nucleo centrale della persona dove si prendono le decisioni, dipende la nostra vita. Anche il "vedere" le cose, le persone e gli avvenimenti è condizionato da ciò che alberga nel nostro cuore. Così ogni giudizio, su noi stessi e sugli altri.
Il paragone paradossale della "pagliuzza" nell'occhio del fratello e della "trave" nel nostro stanno ad indicare con che termine di paragone noi ci rapportiamo con gli altri e con noi stessi. La pagliuzza è qualcosa da "guardare", mentre la trave è qualcosa di cui "accorgersi".
Se il nostro occhio, che è lo specchio del'anima, è limpido, anche il nostro cuore sa valutare con coscienza. Perché la "trave" è generata dalla fissazione con cui noi sappiamo cogliere il limite altrui, dimenticando il nostro.
Anche il voler "vedere le cose con oggettività" nasconde spesso la tentazione di affermare il proprio punto di vista.
Allora comprendiamo che il nostro sguardo sarà limpido e privo di manie di dominio e di ambizioni di possesso se il nostro cuore saprà conformarsi a quello di Cristo. Nel nostro cuore infatti è stato depositato un tesoro di cui non siamo proprietari. Ed è stato depositato in un "vaso di creta". Per questo il discepolo è impegnato in un paziente esercizio per essere "ben preparato" ed essere come il Maestro (cf. Lc 6,40).
Solo così dalla nostra bocca usciranno parole che esprimono la sovrabbondanza del cuore. Ed il vero tesoro che il nostro cuore possiede è la misericordia del Padre. Da quel solo tesoro, che è il cuore del Padre, impariamo l'arte della parola, eco di quella Parola che salva e rigenera.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto (Lc 6,44)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 L'uomo buono dal suo cuore trae fuori il bene (Lc 6,45) - (27/02/2022)
(vai al testo…)
 L'uomo buono dal suo cuore trae fuori il bene (Lc 6,45) - (03/03/2019)
(vai al testo…)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Vedere con occhio di misericordia (25/02/2022)
  "Vedere" il fratello come lo vede il Padre (02/03/2019)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 3.2025)
  di Antonio Savone (VP 2.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2019)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: La trave e la pagliuzza, di Bernadette Lopez, 2022)

venerdì 21 febbraio 2025

Un cuore grande


7a domenica del Tempo ordinario (C)
1 Samuele 26,2.7-9.12-13.22-23 • Salmo 102 • 1 Corinzi 15,45-49 • Luca 6,27-38
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici…", benedite e non maledite, pregate per chi vi fa del male… con magnanimità (cf. Lc 6,27-30).
Gesù, nel definire chi è suo discepolo, non ha mezze misure. Aveva detto che si è "poveri" perché discepoli (cf. Lc 6,20), ora alza il tiro: occorre avere un cuore grande, nella misura del cuore del Padre: "siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso" (Lc 6,36). Un cuore grande, che dà senza aspettarsi nulla. Anzi continua a dare, a donarsi in una gratuità senza sosta. Perché l'essenza della sequela è l'amore, quell'amore che ha la radice nel cuore di Dio.
Nel nostro donare e donarsi si apre una catena ininterrotta di sovrabbondanza di grazia: "una misura buona, pigiata, colma e traboccante sarà versata in grembo" (cf. Lc 6,36).
Questo è il modo di vivere di chi è figlio del cielo e non della terra. Noi siamo impastati di contraddizioni e portiamo nel nostro intimo l'eredità del primo Adamo. Ma il nuovo Adamo, che viene dal cielo, ci ha fatti nuove creature con la sua morte e risurrezione (cf. 1Cor 15,45-59; II lettura).
Il nostro futuro, che già ora si sta realizzando, è essere come Lui, figli nel Figlio, misericordiosi della misericordia del Padre.
Occorre avere un cuore grande; occorre coltivare una predisposizione importante: non giudicare. È vedere le persone e gli avvenimenti con l'occhio di Dio, che non è superficiale e non si ferma all'apparenza, ma guarda l'intimo della persona.
Non giudicare significa tener conto del positivo di ogni persona; significa trattare gli altri come vorremmo che gli altri trattassero noi (cf. Lc 6,31).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Date e vi sarà dato (Lc 6,38)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Amate i vostri nemici (Lc 6,27) - (20/02/2022)
(vai al testo…)
 Siate misericordiosi, come il padre vostro è misericordioso (Lc 6,36) (Lc 6,36) - (24/02/2019)
(vai al testo…)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Misericordiosi come il Padre (22/02/2019)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 2.2025)
  di Antonio Savone (VP 2.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2019)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Gesù ammaestra, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, marzo 2018)

venerdì 14 febbraio 2025

Poveri perché discepoli


6a domenica del Tempo ordinario (C)
Geremia 17,5-8 • Salmo 1 • 1 Corinzi 15,12.16-20 • Luca 6,17.20-26
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva : «Beati voi, poveri…»" (Lc 6,20). C'era "una moltitudine di gente", eterogenea, anche straniera, e una "gran folla di discepoli" (cf. Lc 6,17). A questi Gesù rivolge le beatitudini. I discepoli, i suoi, sono "poveri, affamati, nel dolore e perseguitati". È con sconcertante realismo che Luca ci propone la figura di chi segue Gesù. Sono beati non in virtù della loro situazione di penuria (la miseria abbruttisce l'uomo), quanto piuttosto perché al "povero" appartiene il Regno di Dio.
Il povero è colui che pone la sua sicurezza non su beni di questo mondo, ma sulla presenza di Dio che sempre lo accompagna.
"Benedetto l'uomo che confida nel Signore", dice Geremia. È come un albero sempre verde…; mentre è "maledetto l'uomo che confida nell'uomo... è come un tamerisco nella steppa, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere" (cf. Ger 17,5-8; I lettura).
I poveri, in Luca, sono associati a coloro che sono "storpi, zoppi, ciechi", emarginati; e sono quelli invitati al banchetto del Regno (cf. Lc 14,21). Per costoro si avverano le parole del profeta Isaia che Gesù pronunciò nella sinagoga di Nazaret (cf. Lc 4,18). Il Regno è di coloro che la società tende ad emarginare.
Gesù è venuto per coloro che non hanno nulla da ricambiare, se non la propria miseria e il proprio peccato. E si è avvolti da totale gratuità!
La ricchezza di questo mondo conferisce un senso di sicurezza, di indipendenza, di potere… Chi è "povero" - e il vero discepolo lo è - non è beato perché riesce a vivere alla giornata, ma perché il suo cuore riposa in quello di Dio. Sente il suo Signore accompagnarlo in tutta la sua vita. Non è un problema di soldi, ma del senso da dare alla nostra vita. È una cosa ben più profonda…
Chi agisce così, non cerca consensi per consolidare il proprio "potere", ma vive la fraternità quale condizione essenziale per chi desidera essere abitato dal Regno di Dio.
I falsi profeti sono coloro che per mantenere il proprio "potere" falsificano e addomesticano la Parola secondo i propri interessi: "Hanno già ricevuto la loro consolazione…" che durerà fin tanto che avranno consenso, poi più nulla…
Quanto attuale è questa Parola, oggi, in questa nostra società che vorrebbe definirsi cristiana, ma che è assai lontana da questa beatitudine. Le nostre stesse comunità parrocchiali non si rendono conto pienamente di essere "piccolo gregge" e "sale della terra" per dare sapore alla nostra convivenza; forse perché è scesa a compromessi col modo di vivere che è antagonista al vangelo.
Occorre veramente "rallegrarsi ed esultare" se non cadiamo nella tentazione di "sederci in compagnia degli arroganti" e non restiamo dalla parte dei peccatori, col rischio di essere dispersi come pula al vento (cf. Salmo 1, responsoriale).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio (Lc 6,20)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Beati voi… ma guai a voi… (Lc 6,20.26) - (13/02/2022)
(vai al testo…)
 Beati voi, poveri. Guai a voi, ricchi (Lc 6,20.24) - (17/02/2019)
(vai al testo…)
 La vostra ricompensa è grande nel cielo (Lc 6,23) - (14/02/2010)
(vai al post "Il paradiso, la gioia di vivere")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  La vita piena alla sequela di Gesù (11/02/2022)
  Promessa di felicità (15/02/2019)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 2.2025)
  di Antonio Savone (VP 2.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2019)
  di Claudio Arletti (VP 1.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Beatitudini, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, marzo 2018)

venerdì 7 febbraio 2025

Eccomi, manda me!


5a domenica del Tempo ordinario (C)
Isaia 6,1-2.3-8 • Salmo 137 • 1 Corinzi 15,3-8.11 • Luca 5,1-11
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"«Chi manderò e chi andrà per noi?» E io riposi: «Eccomi, manda me!»" (Is 6,8; I lettura).
Il Signore chiama a seguirlo, a continuare l'opera sua in mezzo agli uomini. Siamo chiamati, non perché capaci o più virtuosi, ma perché scelti personalmente nonostante noi. Sarà la sua presenza e la sua grazia a purificarci. Così è stato per il profeta dalle labbra impure (cf. Is 6,5-7), così è per Simone il pescatore, che Gesù chiama ad essere "pescatore di uomini" (cf. Lc 5,10).
Nel brano del vangelo proposto per questa domenica (cf Lc 5,1-11) ci viene descritta la "seconda" chiamata di Pietro: da semplice collaboratore di Gesù a suo discepolo, e discepolo speciale.
È importante constatare la delicatezza con cui Gesù chiede a Simone di ospitarlo sulla sua barca, anzi lo "prega". C'erano due barche. Gesù sceglie la sua. Non a caso!
Fra tutta quella folla accorsa ad ascoltare il Rabbi di Nazaret, Simone è lì accanto a lui. Forse non si rende ancora conto di chi ha sulla barca con sé. Soprattutto quando gli viene fatta la richiesta, inaudita, di prendere il largo per la pesca, in pieno giorno.
È qui che si consolida il suo percorso di fede. Come può un falegname insegnare ad un provetto pescatore? Eppure: "Sulla tua parola getterò le reti" (v. 5). Non più su una parola razionale, ma sulla persona che mi fa delle proposte concrete, fossero anche fuori da ogni logica. E il rapporto diventa personale. Quando poi il frutto di questo atto di fede è così traboccante, ci si rende conto di chi abbiamo di fronte e di chi siamo noi.
Nell'incontro personale con il Signore, con la luce della sua Parola che illumina tutta la nostra vita anche le parti più recondite, comprendiamo tutta la nostra fragilità e debolezza, il nostro "niente"; di fronte al "tutto" di Dio. È allora che possiamo solo fidarci ed affidarci a Colui cha riposto in noi ogni fiducia. "Non temere!" è la risposta di Gesù!
Solo così comprenderemo che è Gesù che riempie le nostre reti vuote e visita in maniera immeritata la nostra povertà. Ed è lì che la parola di Gesù scandisce il nostro futuro, al suo seguito.
Se sperimentiamo oggi nell'incontro con Lui, nella sua Parola, che il Signore riempie il nostro vuoto, le nostre reti, allora potremo essere certi che riempirà anche tutta la nostra vita futura. E potremo allora ripetere anche noi: "Eccomi, manda me!".

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Lasciarono tutto e lo seguirono (Lc 5,11)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Maestro… sulla tua parola getterò le reti (Lc 5,5) - (06/02/2022)
(vai al testo…)
 Sulla tua parola getterò le reti (Lc 5,5) - (10/02/2019)
(vai al testo…)
 Lasciarono tutto e lo seguirono (Lc 5,11) - (07/02/2016)
(vai al testo…)
 Sulla tua parola getterò le reti (Lc 5,5) - (10/02/2013)
( vai al testo…)
 Lasciarono tutto e lo seguirono (Lc 5,11) - (07/02/2010)
(vai al post "Disponibilità totale")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Dall'ascolto alla sequela (04/02/2022)
  Andare dietro a Gesù… andare verso l'uomo (08/02/2019)
  Sulla tua parola (29/01/2016)
  Al seguito di Gesù, mandati "al largo" (08/02/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di Antonio Savone (VP 2.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2019)
  di Luigi Vari (VP 1.2016)
  di Marinella Perroni (VP 1.2013)
  di Claudio Arletti (VP 1.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: La chiamata dei primi discepoli, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, aprile 2015)

sabato 1 febbraio 2025

Nella prossimità mendicanti della verità


Parola di Vita – Febbraio 2025
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Vagliate ogni cosa, tenete ciò che è buono» (1Ts 5, 21)

La parola di questo mese è tratta da una serie di raccomandazioni finali che l'apostolo Paolo fa alla comunità dei Tessalonicesi: «Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male» [1].
Profezia e discernimento, dialogo e ascolto. Queste le indicazioni di Paolo alla comunità che aveva da poco intrapreso il cammino di fede. Tra i vari doni dello Spirito, Paolo stimava molto quello della profezia [2]. Il profeta non è colui che prevede il futuro ma piuttosto chi ha il dono di vedere e capire la storia personale e collettiva dal punto di vista di Dio.
Ma tutti i doni sono guidati dal dono più grande, la carità, l'amore fraterno [3]. Agostino di Ippona afferma che solo la carità permette di discernere l'atteggiamento da assumere davanti alle varie situazioni [4].

«Vagliate ogni cosa, tenete ciò che è buono».

Occorre essere in grado di guardare non soltanto ai doni personali ma anche alle tante potenzialità e complessità di vedute e opinioni che si aprono davanti a noi in coloro che ci stanno accanto e con i quali ci confrontiamo, magari in persone che incontriamo per caso. È importante con tutti mantenere l'autenticità nel cuore e anche avere la coscienza del limite del nostro punto di vista.
Questa parola di vita potrebbe essere un motto da adottare in ogni situazione di dialogo e di confronto. Ascoltare l'altro, non necessariamente per accettare tutto ma sapendo che è possibile trovare qualcosa di buono in quello che dice, favorisce un'apertura mentale e del cuore. È fare il vuoto dentro noi stessi per amore e avere così la possibilità di costruire qualcosa insieme.

«Vagliate ogni cosa, tenete ciò che è buono».

Padre Timothy Radcliffe, uno dei teologi presenti al Sinodo dei Vescovi della Chiesa cattolica, ha affermato che «la cosa più coraggiosa che possiamo fare in questo sinodo è essere sinceri tra di noi riguardo ai nostri dubbi e alle nostre domande, quelle per le quali non abbiamo risposte chiare. Allora ci avvicineremo come compagni di ricerca, mendicanti della verità» [5].
In una conversazione con alcuni focolarini, Margaret Karram ha così commentato questa riflessione: «Pensandoci, mi sono resa conto, che tante volte non ho avuto il coraggio di dire veramente quello che pensavo: forse per timore di non essere capita, forse per non dire qualcosa completamente diverso dall'opinione della maggioranza. Ho capito che, essere 'mendicanti della verità' significa avere quell'atteggiamento di prossimità, gli uni verso gli altri, in cui vogliamo tutti quello che Dio vuole, in cui tutti insieme cerchiamo il bene» [6].

«Vagliate ogni cosa, tenete ciò che è buono».

È l'esperienza di Antía che partecipa al gruppo di arti performative Mosaico, nato in Spagna nel 2017 come Gen Rosso Local Project. Esso è composto da giovani spagnoli che offrono attraverso la loro arte e i loro laboratori la propria esperienza di fraternità. Antía ci racconta: «È il collegamento con i miei valori: un mondo fraterno, nel quale ciascuno (giovanissimi, inesperti, vulnerabili…) dona il proprio contributo a questo progetto. Mosaico mi fa credere che un mondo più unito non è un'utopia, nonostante le difficoltà e il duro lavoro che comporta. Sono cresciuta lavorando in gruppo, con un dialogo a volte che può sembrare troppo schietto e spesso rinunciando alle mie idee che consideravo le migliori. E il risultato è che "il bene" è costruito pezzo per pezzo insieme, da tutti noi» [7].

A cura di Patrizia Mazzola
e del team della Parola di Vita.


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[1] 1Ts 5,19-22
[2] Cf. Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 24.06.1992, n.7.
[3] Cf. 1Cor 13.
[4]  Cf. Agostino di Ippona, Ep. Jo. 7,8
[5] Cf. 1Cor 13.
[6] Conversazione con i focolarini, Margaret Karram, Presidente del Movimento dei focolari, Rocca di Papa, 3.02.2024.
[7] Mosaico GRLP aderisce al progetto Forti senza violenza, che si basa sul portare in nuove città laboratori multidisciplinari con i giovani durante tre giorni cercando di trasmettere i valori di non-violenza, pace e dialogo attraverso l'arte.

Immagine: dal sito www.focolare.org


venerdì 31 gennaio 2025

Il compimento delle attese


Presentazione del Signore
[4a domenica del Tempo ordinario (C)]

Malachia 3,1-4 • Salmo 23 • Ebrei 2,14-18 • Luca 2,22-40
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Dopo quaranta giorni dalla nascita di Gesù, la Chiesa celebra la festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Maria e Giuseppe si recano al tempio di Gerusalemme per adempiere alla prescrizione della Legge di Mosè per offrire al Signore il primogenito: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore" (cf. Lc 2,22-24). Maria "presenta" a Dio il figlio Gesù, glielo "offre".
Ogni offerta è per sua natura una privazione, una rinuncia. Questo è il mistero di questo Bambino e di sua Madre; un mistero di dolore che culminerà sul Calvario.
"Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione… e anche a te una spada trafiggerà l'anima", sono le parole che Simeone rivolge ai suoi genitori ed in particolare a sua madre (cf. Lc 2, 34-35).
La Legge di Mosè conduce il Figlio di Dio nella "casa del Padre", in quel luogo dove Gesù dodicenne in mezzo ai maestri della Legge dichiarerà ai suoi genitori, angosciati per la momentanea perdita, che lui deve occuparsi della cose del Padre suo (cf. Lc 2,49).
Ed è in questo luogo, nel tempio, che avviene in un certo senso il compimento dell'attesa di Israele, nell'incontro tra Gesù e Simeone. Quest'uomo di Gerusalemme, "giusto e pio", per una grazia speciale dello Spirito Santo, vede con i suoi occhi e prende tra le sue braccia il Cristo del Signore. È il compimento della promessa. Nelle braccia dell'Antico Patto è accolto il Figlio della Nuova Alleanza.
Dio in mezzo a noi, nella figura di un bambino, è la speranza per tutte le genti: "luce per rivelarti alle genti" (Lc 2,32). L'attesa delle genti di tutti i popoli e di tutti i luoghi.
L'evangelista Luca riporta gli anni di Anna (una anziana di 84 anni e accenna alla sua storia). Di Simeone invece non dice nulla della sua vita. Dice semplicemente che è un "uomo giusto e pio". Non viene detto nulla della sua storia perché incarna tutto il popolo di Israele e di conseguenza ciascuno di noi. La sua età è di essere contemporaneo di Gesù e in lui contemporaneo a tutti. Incarna la storia di tutte genti. Per tutte le genti questo Bembino ne è la luce.
Anche noi con Simeone possiamo cantare la fine di una attesa, non la fine dei giorni, quanto il compimento di una attesa.
Noi tutti, incontrando Gesù, riceviamo luce per la nostra vita, e nel contempo offriamo questa nostra vita al Signore.
Chiediamo a Maria che offra al Padre il Cristo che vive in noi, diventati figli nel Figlio Gesù.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
I miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,30)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 I miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,30) - (02/02/2020)
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 I miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,30) - (02/02/2014)
(vai al testo…)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (Sacra Famiglia - Anno B):
 Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 2,40) - (27/12/2020)
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 Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 2,40) - (28/12/2014)
(vai al testo…)
 I miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,20) - (27/12/2008)
(vai al post "Tutto vince l'amore!")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Luce che irradia (31/01/2020)
  L'offerta della sua e, con Lui, della nostra vita a Dio (31/01/2014)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia (Sacra Famiglia - Anno B):
  Il dono del Figlio (26/12/2020)
  La Famiglia di Nazaret: specchio della Famiglia divina eterna (29/12/2017)
  Sulla terra, il divino modello dell'amore trinitario (26/12/2014)

Vedi anche i post:
  L'incontro di Dio (02/02/2015)
  L'amore fa vedere (02/02/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2020)
  di Gianni Cavagnoli (VP 1.2014)
  di Enzo Bianchi

Commenti alla Parola nella domenica della Santa Famiglia - Anno B:
  di Antonio Savone (VP 11.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Luigi Vari (VP 11.2014)
  di Claudio Arletti (VP 11.2008)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 24 gennaio 2025

L'«oggi» di Gesù


3a domenica del Tempo ordinario (C)
Neemìa 8,2-4.5-6.8-10 • Salmo 18 • 1 Corinzi 12,12-30 • Luca 1,1-4; 4,14-21
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Terza domenica del Tempo ordinario, domenica della Parola di Dio.
"Gli occhi di tutti erano fissi su di lui" (Lc 4,20). Gesù nella sinagoga di Nazaret porta a compimento, nella sua persona, le attese messianiche. La Parola è diventata carne. È una persona, è una vita, è un'esistenza che rivela la presenza di Dio.
Poche sono le parole che Gesù dice a spiegazione del passo di Isaia letto nell'assemblea: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato" (Lc 4,21). Quegli occhi fissi su di lui stanno aspettando di vedere la Parola, cioè di cogliere «oggi» tutta la sua forza illuminante. "Lampada ai miei passi è la tua Parola", recita il Salmo (Sal 118,105).
Ogni volta che ci poniamo in ascolto noi attendiamo che la Parola rischiari il nostro cammino. Essa diventa "carne" oggi, nella nostra esistenza.
Quell'«oggi» di Gesù è anche l'«oggi» nostro. È un «oggi» denso di significato. Non è un oggi fugace e passeggero come spesso sperimentiamo. Pensando a «ieri», spesso pensiamo nostalgicamente a un passato che non c'è più; e anche ad un «domani», che non c'è ancora, per una speranza di realizzazione. Così è il nostro «oggi» umano. L'«oggi» di Gesù non è slegato dall'«ieri». In Gesù si "compie", si realizza in pienezza quanto vissuto nel passato; prende significato e ci dà la possibilità di scorgere nella nostra vita, nonostante i nostri fallimenti, il meraviglioso disegno del Padre. In questo «oggi» che la Parola-Gesù ci svela è il fondamento del nostro futuro di certezze e consolazioni.
Tutto, ieri e domani, convergono nell'«oggi» di Gesù.
Se Gesù è la «Parola» svelata del Padre, anche noi, figli nel Figlio, siamo una «parola» nella «Parola»: accogliendo e vivendo la «Parola», noi, in Gesù, realizziamo il disegno di Dio su di noi, dove presente, passato e futuro trovano compimento.
Tante «parole» nell'unico Corpo della «Parola», come tante membra del unico Corpo di Cristo, ognuno "secondo la propria parte" (cf. 1Cor 12,12-30; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui (Lc 4,20)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato (Lc 4,21) - (23/01/2022)
(vai al testo…)
 Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21) - (27/01/2019)
(vai al testo…)
 Lo Spirito del Signore è sopra di me (Lc 4,18) - (24/01/2016)
(vai al testo…)
 Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21) - (27/01/2013)
( vai al testo…)
 Il corpo è uno solo e ha molte membra (1Cor 12,12) - (24/01/2010)
(vai al post "L'unità, armonia del corpo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  La testimonianza della Parola (21/01/2022)
  L'eu-anghelion, il «lieto annuncio» (25/01/2019)
  Dio è sempre dalla parte dell'uomo (22/01/2016)
  La Parola si compie, oggi (25/01/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012)
  di Claudio Arletti (VP 1.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Oggi si è compiuta questa Scrittura, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, gennaio 2019)

venerdì 17 gennaio 2025

L'ebbrezza del vino nuovo


2a domenica del Tempo ordinario (C)
Isaia 62,1-5 • Salmo 95 • 1 Corinzi 12,4-11 • Giovanni 2,1-11
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui" (Gv 2,11). Il primo "segno" compiuto da Gesù non è la guarigione di un malato, ma il ridare gioia e letizia in una situazione di difficoltà. È il poter gustare primariamente la gioia profonda della condivisione, dell'amicizia, con Dio e tra di noi.
Il racconto di uno sposalizio sta appunto ad indicare l'intimo rapporto tra Dio e l'umanità, tra Gesù e la comunità dei cedenti. È la gioia di questa ritrovata "alleanza" nello Spirito che fa della Chiesa la vera testimone del Signore risorto. È proprio questo rapporto con Dio che lo Sposo Gesù viene a rinnovare, stravolgendo le nostre abitudini che ingessano la nostra vita religiosa.
"Non hanno vino", dice Maria al Figlio. Manca a questa comunità lo slancio di un amore che genera vita. Non è sufficiente vivere di soli doveri senza gustare la gioia e il sussulto dell'incontro con il Signore.
Le giare vuote di pietra stanno ad indicarla quella Legge che impone un dovere, che è diventata un peso; un dovere spesso vuoto di significato e compiuto con gesti automatici.
La madre di Gesù non denuncia solo una mancanza materiale del momento. Essa intuisce che occorre entrare nella logica dell'«ora» del Figlio. "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora" (Gv 2,4). Ma con l'intervento di Maria, ora Gesù entra in quell'«ora» e da quel momento tutto è in funzione dell'evento pasquale.
Maria sa vivere per prima il cambiamento dell'acqua in vino. Vive, come vera discepola, nella fede che è abbandono fiducioso ai piani di Dio.
"Qualsiasi cosa vi dica, fatela" (Gv 2,5). Anche i servi obbediscono e non sanno che l'acqua diventerà vino.
Entrare nell'«ora» di Gesù non è accettare il contenuto delle parole di Gesù perché le abbiamo ritenute ragionevoli. È credere in Lui, oltre le sue parole. Allora sì che gusteremo la gioia delle nozze con lo Sposo, perché Lui ha riempito le nostre anfore non con l'acqua della purificazione rituale, ma col vino nuovo, segno del suo sangue, col calice della salvezza, preludio alla felicità del giorno di Pasqua.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,11)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) – (16/01/2022)
(vai al testo…)
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) – (20/01/2019)
(vai al testo…)
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) - (17/01/2016)
(vai al testo…)
 I suoi discepoli credettero in Lui (Gv 2,11) - (20/01/2013)
( vai al testo…)
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) - (17/01/2010)
(vai al post "Guardare al figlio…")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Introdotti alla vera festa di nozze (14/01/2022)
  Lo Sposo che offre il vino nuovo (18/01/2019)
  Colui che riempie le anfore vuote del cuore (15/01/2016)
  Gesù, lo Sposo (18/01/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Le nozze di Cana, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, gennaio 2019)

venerdì 10 gennaio 2025

Dio si immerge nella nostra umanità


Battesimo del Signore (C)
Isaia 40,1-5.9-11 • Salmo 103 • Tito 2,11-14;3,4-7 • Luca 3,15-16.21-22
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il mistero del Natale ci ha fatto meditare sull'Incarnazione del Verbo di Dio, sulla sua venuta tra gli uomini; Lui, che ha assunto in tutto, "fuorché nel peccato", la nostra condizione. Il Figlio di Dio così non solo diventa parte del suo popolo, ma si immerge totalmente in questa nostra carne.
L'evento del Battesimo al fiume Giordano manifesta pubblicamente questa volontà di Dio. Tutto il popolo si immerge nel fiume e Gesù si immerge nell'immersione del popolo. E con questo immergersi dà inizio al suo ministero pubblico, manifestando la sua profonda solidarietà con noi uomini e donne segnati dal peccato. Lui, il Giusto, si mette alla pari di noi, peccatori. Si confonderebbe con i peccatori se non fosse che su di lui scende lo Spirito, quello stesso Spirito in cui poi lui avrebbe battezzato il popolo.
In quell'atto di immergersi nelle acque del Giordano, in quell'aprirsi delle acque, "il cielo si apre" e risuona la voce del Padre: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento". Scende pertanto su di lui lo Spirito, "in forma corporea come di colomba" (cf. Lc 3,22). Quella colomba che, dopo il diluvio che purificò la terra, annuncia un'era nuova.
Il Padre si compiace del Figlio, in questo suo manifestarsi, per dire che nel Figlio unigenito, l'amato, è Dio stesso che si immerge nella nostra umanità, con tutto il peso della nostra miseria e del nostro peccato.
Nel battesimo di Gesù noi tutti siamo stati battezzati, "immersi" nella sua stessa vita, anzi, "immersi" nel suo mistero di morte e di risurrezione, per divenire in lui nuove creature a gloria di Dio Padre.
Il cielo "squarciato", ora aperto per noi dopo la chiusura a causa della disobbedienza dei nostri progenitori, è preludio al cuore squarciato di Gesù sulla croce, dove noi tutti, in quel "sangue e acqua" sgorgati, siamo stati rigenerati a vita nuova.
Ora, per Gesù, anche noi siamo figli "amati". Non siamo più esseri di tenebra e disperazione, ma figli della luce, trasparenza dello Spirito Santo, testimonianza dell'amore di Dio per noi.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Tu sei il Figlio mio, l'amato (Lc 3,22)
(vai al testo…)

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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (08/01/2023 - Anno A)
(vai al testo…)
 Gesù… vide lo Spirito di Dio venire sopra di lui (Mt 3,16) - (12/01/2020 - Anno A)
(vai al testo…)
 Gesù venne da Giovanni per farsi battezzare (Mt 3,13) - (8/01/2017 - Anno A)
(vai al testo…)
 In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (12/01/2014 - Anno A)
(vai al testo…)
 In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (9/01/2011 - Anno A)
(vai al testo…)
Gesù venne da Nazareth in Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni (Mc 1,9) - (07/01/2024 - Anno B)
(vai al testo…)
Io vi battezzo con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo (Mc 1,8) - (10/01/2021 - Anno B)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11) - (07/01/2018 - Anno B)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11) - (11/01/2015 - Anno B)
(vai al testo…)
 Vide lo Spirito discendere verso di lui (Mc 1,10) - (8/01/2012 - Anno B)
(vai al testo…)
 Lui vi battezzerà con lo Spirito Santo (Mc 1,8) - (9/01/2009 - Anno B)
(vai al post "Battezzati nello Spirito santo")
 Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco (Lc 3,16) - (09/01/2022 – Anno C)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Lc 1,11) - (13/01/2019 – Anno C)
(vai al testo…)
 In te ho posto il mio compiacimento (Lc 3,22) - (10/01/2016 – Anno C)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio: l'amato (Lc 3,22) - (13/01/2013 – Anno C)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio: l'amato (Lc 3,22) - (10/01/2010 - Anno C)
(vai al post "Lo stile del servo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
Sulle orme del Maestro (06/01/2023 - Anno A)
Si è fatto uno di noi per farci come Lui (10/01/2020 - Anno A)
Per il Padre io come Gesù: Figlio amato (07/01/2017 - Anno A)
Siamo diventati Cristo (10/01/2014 - Anno A)
Rigenerati alla vita divina (08/01/2021 - Anno B)
Dal Giordano al Calvario: manifestazione dell'amore del Padre (06/01/2018 - Anno B)
Lo "sprofondare" del Figlio di Dio… per farci figli (09/01/2015 - Anno B)
Il Compiacimento del Padre (07/01/2012 - Anno B)
Il compiacimento del Padre (07/01/2022 - Anno C)
Figli amati, come Gesù (11/01/2019 - Anno C)
L'aprirsi del Cielo (08/01/2016 – Anno C)
Essere scelti dall'amore eterno di Dio (11/1/2013 – Anno C)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2023 - Anno A)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020 - Anno A)
  di Cettina Militello (VP 11.2016 - Anno A)
  di Gianni Cavagnoli (VP 11.2013 - Anno A)
  di Marinella Perroni (VP 11.2010 - Anno A)
  di Goffredo Boselli (VP 1.2024 - Anno B)
  di Antonio Savone (VP 1.2021 - Anno B)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018 - Anno B)
  di Luigi Vari (VP 1.2015 – Anno B)
  di Marinella Perroni (VP 1.2012 – Anno B)
  di Claudio Arletti (VP 1.2009 – Anno B)
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025 - Anno C)
  di Antonio Savone (VP 1.2022 - Anno C)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019 – Anno C)
  di Luigi Vari (VP 11.2015 – Anno C)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012 – Anno C)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009 – Anno C)

  di Enzo Bianchi (Anno A)
  di Enzo Bianchi (Anno B)
  di Enzo Bianchi (Anno C)

  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno A)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno B)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno C)
  di Letture Patristiche della Domenica (Anno B)
  di Letture Patristiche della Domenica (Anno C)

(Immagine: Battesimo di Cristo, di Daniel Bonnell)

sabato 4 gennaio 2025

Offrire in dono se stessi


Epifania del Signore
Isaia 60,1-6 • Salmo 71 • Efesini 3,2-3a.5-6 • Matteo 2,1-12
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme" dopo aver visto la stella di "colui che è nato, il re dei Giudei" (cf. Mt 2,1-2). I Magi, precursori di ogni credente, primizia della venuta dei pagani al Vangelo, esprimono l'anima di chi è alla ricerca, di chi si pone delle domande con la speranza di capire di più, di essere illuminato ulteriormente.
I Magi intravedono la stella perché sono allenati alla notte, la notte del dubbio, con lo sguardo interiore che scruta. E chiedono. Giunti a Gerusalemme chiedono della nascita del Bambino alle persone sbagliate. Tuttavia, essi sanno ripercorrere poi la via giusta, pronti ad una conversione per il ritorno per altra strada.
Essi sono venuti per adorare "colui che è nato", portando i loro doni. I tre doni offerti, l'oro, l'incenso e la mirra, a significare la regalità, la divinità e l'uomo votato alla sofferenza e alla morte di quel Bambino, esprimono tutto loro stessi. Il dono, se sincero, non è soltanto il momento in cui il destinatario si sente riconosciuto. Anche il donatore parla di sé a colui che offre il suo dono.
I Magi offrono loro stessi. Nell'oro avvertono che qualcosa di prezioso c'è nel proprio cuore che la grazia di Dio ha elargito. Nell'incenso, invisibile come Dio, esprimono il desiderio di incontro con l'Assoluto, di preghiera che come incenso si eleva al cielo, espressione del desiderio di infinito che alberga in ogni uomo. La mirra cura le ferite e preserva dalla corruzione, in difesa della vita dall'inevitabile degrado prodotto dal peccato.
I Magi offrono al Signore loro stessi, la loro umanità, perché hanno visto nell'inerme Bambino, non la tracotanza del potere e della tirannia, ma la delicatezza di una esistenza umana tutta protesa a dare dignità alla nostra umanità.
Allora comprendiamo che se Dio si è manifestato nella nostra carne mortale, tuttavia l'uomo non raggiungerà la sua redenzione se non rinasce in Dio.
I Magi hanno percorso il loro cammino, non si sono fossilizzati in sterili certezze. Così ogni credente che incontra il Signore che ha assunto la nostra carne, ritrova sé stesso in quel Bambino e decide di riprendere il cammino della vita per un'altra strada, perché ha accolto quella luce che lo ha riempito di gioia e lo ha illuminato.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):

 Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima (Mt 2,2) - (6/01/2023)
(vai al testo…)
 Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo (Mt 2,2) - (6/01/2022)
(vai al testo…)
 Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima (Mt 2,10) - (6/01/2021)
(vai al testo…)
 Siamo venuti per adorare il Signore (Mt 2,2) – (06/01/2019)
(vai al testo…)
 Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? (Mt 2,2) - (6/01/2018)
(vai al testo…)
 Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 3,13) - (6/01/2017)
(vai al testo…)
 Videro il bambino… si prostrarono e lo adorarono (Mt 2,11) - (6/01/2016)
(vai al testo…)
 Siamo venuti ad adorarlo (Mt 2,2) - (6/01/2015)
(vai al testo…)
 Siamo venuti ad adorare il Signore (Mt 2,2) - (6/01/2013)
(vai al testo…)
 Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 2,10) - (6/01/2012)
(vai al testo…)
 Videro il Bambino con Maria sua madre (Mt 2,11) - (6/01/2011)
(vai al testo…)
 Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra (Sal 71) - (5/01/2009)
(vai al post "Il centro dell'universo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
Aprirsi alla verità di Dio (5/01/2023)
La Luce che è per tutti (5/01/2022)
La Luce che sempre ci precede (5/01/2021)
La gioia è il senso della grandezza di Dio tutta a disposizione dell'uomo (4/01/2020)
Alla ricerca della "stella" (4/01/2019)
Aperti alla Novità dello Spirito, nonostante gli inevitabili errori (4/01/2018)
Le preferenze di Dio: gli ultimi, i lontani (5/01/2017)
Il cammino per l'incontro con Dio (5/01/2016)
Nel "Nulla d'amore" di Dio (5/01/2015)
Essere "epifania" di Dio (4/01/2014)
L'incontro con Gesù, nella "casa", con Maria (4/01/2013)
Guardare oltre, con nel cuore il mondo (5/01/2012)

Vedi anche i post:
La Stella, il dono che porta (6/01/2011)
Lo scambio dei doni (5/01/2010)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di Goffredo Boselli (VP 1.2024)
  di Antonio Savone (VP 1.2023)
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
  di Cettina Militello (VP 11.2016)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
  di Gianni Cavagnoli (VP 2013)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Marinella Perroni (VP 2011)
  di Marinella Perroni (VP 2010)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Claudio Arletti (VP 2008)
  di Enzo Bianchi (vol. A)
  di Enzo Bianchi (vol. B)
  di Enzo Bianchi (vol. C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: Adorazione dei Magi, di Bernadette Lopez)

venerdì 3 gennaio 2025

Dove Dio si fa trovare


II domenica dopo Natale
Siracide 24,1-2.8-12, NV 24,1-4.12-16 • Salmo 147 • Efesini 1,3-6.15-18 • Giovanni 1,1-18
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La Sapienza "uscita dalla bocca dell'Altissimo" (cf. Sir 24,3), ha fissato la sua tenda e affondato le sue radici in mezzo a noi, nella città amata, in mezzo ad un popolo glorioso (cf. Sir 24,1 e seg.; I lettura). La Sapienza di Dio, il Verbo eterno del Padre, ha preso carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, pieno di "grazia e verità". Uomo accanto all'uomo, ad ogni uomo e ad ogni donna, umanità assetata di verità e di libertà. Perché è la verità che ci fa liberi.
La verità, che è il Verbo, che è vita ed è via, ci dice chi siamo, ci manifesta la nostra vera natura, quella riflessa nel volto del Padre.
La grazia e la verità che ci viene donata è nella carne del Figlio di Dio. Una carne simile alla nostra. In questa carne l'Eterno ha posto la sua dimora.
Egli "venne tra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto" (Gv 1, 11). Mistero della libertà umana. Il Verbo fattosi "carne" si presenta come uomo, totalmente uomo, senza privilegi né onori o titoli da ostentare. Uomo tra gli uomini.
Non lo hanno accolto perché la sua condizione, il suo modo di manifestarsi non è secondo il loro modo di intende la vita. Se poi vediamo che questo uomo è anche Dio, allora scardina tutta la nostra concezione religiosa.
Da ciò comprendiamo che Dio non va cercato tra i suoi, non dove noi pensiamo che religiosamente possiamo incontrarlo. È nato in una stalla e deposto in una mangiatoia, visitato per prima da persone non religiose, impure ed escluse dal vivere civile e religioso, i pastori.
Dio si fa trovare tra gli esclusi, tra i poveri, i peccatori e gli eretici.
È nella nostra umanità ferita che Dio ha posto la sua dimora ed ha donato tutto sé stesso.
L'idea che ci siamo fatti di Dio si sgretola di fronte alla sua verità, come Lui si manifesta a noi.
"Dio nessuno lo ha mai visto", ci ripete Giovanni. Però, se vogliamo conoscerlo ed incontrarlo, "il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che ce lo ha rivelato" (cf. Gv 1,18).
È questo Bambino che ci rivela il vero volto del Padre. Chiediamo allora che ci venga donato lo spirito di sapienza per una profonda conoscenza di lui e comprendere veramente a quale speranza siamo stati chiamati (cf. Ef 1,17-18; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia (Gv 1,16)
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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9) - (03/01/2021)
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 E il Verbo… venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14) - (05/01/2020)
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 Il Figlio unigenito: è lui che ha rivelato Dio (cf. Gv 1,18) - (03/01/2016)
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 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto (Gv 1,16) - (04/01/2015)
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 Il Verbo venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14) - (05/01/2014)
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 La luce splende nelle tenebre (Gv 1,5) - (02/01/2010)
(vai al post "La luce che viene dall'alto")
 La luce splende nelle tenebre (Gv 1,5) - (03/01/2009)
(vai al post "Luce nel buio")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Figli della Luce (30/12/2021)
  La luce vera che illumina ogni uomo (02/01/2021)
  Natale: Dio nell'uomo, essere abitati da Dio (03/01/2020)
  La profondità ultima del Natale: Dio nell'uomo (02/01/2016)
  Figli come Gesù e in Gesù (02/01/2015)
  Figli della Luce, generati dalla Parola (03/01/2014)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 1.2025)
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
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  di Marinella Perroni (VP 11.2010)
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  di Enzo Bianchi (VF.A)
  di Enzo Bianchi (VF.B)
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  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: La Sacra Famiglia, di Salvator Dalì)

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